Pregled bibliografske jedinice broj: 963946
"Viaggiando, ho capito profondamente di non essere un viaggiatore": la (ri)costruzione dell'identita' nei romanzi di Ornela Vorpsi
"Viaggiando, ho capito profondamente di non essere un viaggiatore": la (ri)costruzione dell'identita' nei romanzi di Ornela Vorpsi // Muyeres dentro y fuera de la academia / Clavijo Martin, Milagro ; Martin Martin, Juan Manuel ; Garcia Perez, Isabel (ur.).
Salamanca: Ediciones Universidad de Salamanca, 2018. str. 193-206
CROSBI ID: 963946 Za ispravke kontaktirajte CROSBI podršku putem web obrasca
Naslov
"Viaggiando, ho capito profondamente di non essere un viaggiatore": la (ri)costruzione dell'identita' nei romanzi di Ornela Vorpsi
("While travelling, I have finally understood not to be a traveller": the (re)construction of an identity in Ornela Vorpsi's novels)
Autori
Mihaljević, Nikica
Vrsta, podvrsta i kategorija rada
Poglavlja u knjigama, znanstveni
Knjiga
Muyeres dentro y fuera de la academia
Urednik/ci
Clavijo Martin, Milagro ; Martin Martin, Juan Manuel ; Garcia Perez, Isabel
Izdavač
Ediciones Universidad de Salamanca
Grad
Salamanca
Godina
2018
Raspon stranica
193-206
ISBN
978-84-9012-970-8
Ključne riječi
identità, educazione comunista, Partito Comunista Albanese, Albania, albanesi
(identity, communist education, Albanian Communist Party, Albania, Albanians)
Sažetak
La narrativa di Ornela Vorpsi rimanda quasi sempre all’esperienza personale della scrittrice, cioè alla sua vita in Albania e in altri paesi. Avendo frequentato gli studi universitari nel paese natio, ma anche in Italia e in Francia, Vorpsi osserva il suo paese d’origine e la sua cultura contemporaneamente da dentro e da fuori, da studiosa e da scrittrice, come anche da viaggiatrice e straniera. Nell’intervento si analizza in che modo l’identità dei suoi personaggi, in primo luogo quei femminili, in due romanzi in particolare, Il paese dove non si muore mai e La mano che non mordi, viene costruita (o decostruita) dal punto di vista della conoscienza e del sapere non convenzionale, quello vissuto nella vita quotidiana, acquisito in vari ambienti dell’Albania e di altri paesi visitati, ma soprattutto fuori delle università e, ancor più importante, nell’ottica dell’educazione comunista che non veniva divulgata soltanto attraverso gli istituti di educazione, ma anche all’interno delle famiglie, dai genitori ai figli. L’articolo ha come obiettivo, quindi, esaminare l’educazione delle donne in Albania, attraverso il prisma del potere dell’ onnipresente Madre-Partito, soffermandosi in particolare sull’analisi di quelle donne che rifiutavano l’educazione comunista. Di particolare interesse sembra l’educazione e la formazione dell’identità fuori degli istituti e centri di educazione e in altre sedi, i quali rendevano possibile, a queste protagoniste, di allontanarsi da quel modello di donnalavoratrice che il Partito imponeva. Ne risulta tuttavia un’identità sofferta e spaesata, nonché decomposta.
Izvorni jezik
Ita