ࡱ> cbjbjZZ88b\8b\zS  8JLl  :T T | !!!RlTlTlTlTlTlTloyr>TlE!!!!!Tl dT (| 4l`B`B`B!.| | Rl`B!Rl`B`BRZ\<_| S%6]>ll0l]brf:8r<__(r>e!!`B!!!!!TlTl?!!!l!!!!r!!!!!!!!!L : Mater misericordiae Maria testimone, modello e creatura particolare della misericordia di Dio Veronika Nela Gapar Dipartimento di Teologia a Rijeka, Universit di Zagabria, Croazia vgaspar@rijeka.kbf.hr Nell'Anno Santo del Giubileo Straordinario della Misericordia, che si apperto nell'8 dicembre 2015, festa liturgica di Maria, attira l'attenzione l'icona Elesa. Elesa significa tenere, misericordiosa. Si tratta sempre della Madonna che tiene in braccio il bambino; questi si stringe affettuosamenta alla madre, guancia a guancia, passandole il braccio attorno al collo, o accarezzandole il mento o il volto. Esistono molte icone del tipo Elesa. L'icona pi famosa di questo tipo la Vladimirskaya, che vide la luce nel XII secolo a Constantinopoli e che oggi si trova nella galleria Tretyakov a Mosca. In questa famosa icona, capolavoro insuperabile, l'anonimo iconografo ha fuso insieme la tipologia dell'Eleusa e della Hodigitria: mentre, infatti, i volti dei due protagonisti si stringono in affettuoso slancio, il braccio della madre rimasto libero indica il Figlio a chi quarda, alludento nel gesto: lui la via. quanto significa Hodigitria, la conduttrice. L'icona del tipo Elesa, detta Madonna di Vladimir fu imitata in Occidente nella Notre-Dame de Grce di Cambrai (Francia) nella qualle Bernadette Soubirous avrebbe ravvisato la medesima figura delle appparizioni di Lourdes. Ioannis Spiteris dia cinque canoni stilistici ed estetici che si riferiscono ad l'iconografia e che possono aiutare a leggere e a capire le icone. Nel tentativo di sintetizzare il cammino della lettura estetico-teologica dell'icona Elesa, mediante cinque canoni, si pu affermare che l'icona d'Elesa prima di tutto l'icona dell'incarnazione di Ges Chirsto, Figlio di Dio che con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. La rappresentazione di questo mistero ed il ruolo di Madre di Ges in questo mistero puo essere fatto in due modi: in parole ed in colore. Di Maria testimone, modello e creatura particolare della misericordia di Dio in colore parla l'icona d' Elesa ed in parole la testimonianza a Maria nel vangelo, la testimonianza nella fede della chiesa e nella esperienza della vita cristiana. Parole chiave: icona, immagine, spiritualit, misericordia, Madonna, incontro Introduzione Luomo di oggi avvolto dalle immagini mobili pi disparate, dalla cultura della televisione e del cinema, dei rotocalchi e della pubblicit. Immagini spesso banali, deformatrici, interessate. Non sono bellezza trascendente che rivela la vocazione delluomo. Non sono quella bellezza di Dio che luomo cerca forse senza saperlo. Per questo luomo odierno anche oggi ha bisogno di ricuperare il senso della bellezza e della transcendenza. Le icone possono aiutare a questo recupero. Perci, oggi le icone sono di moda nel mondo occidentale. Una serie di libri e di spiritualit ci hanno svelato i misteri di queste austere immagini dellOriente. La facilit della riproduzione a colore bench prima era condannata dalla Chiesa Russa permette di averle a buon mercato. Cos troviamo ormai le icone dappertutto, nelle chiese e nelle abitazioni, imitando la tradizione dellangolo della belleza o luogo delle icone nella vita domestica dei cristiani orientali. in questo senso si parla anche delle icone come via alla preghiera contemplativa suggerita dal mistero della presenza che esse ci portano davanti agli occhi. Nell'Anno Santo del Giubileo Straordinario della Misericordia attira l'attenzione l'icona Elesa. Elesa significa tenera, misericordiosa. Ma la qualit della preghiera che tale contemplazione pu suscitare legata al senso sacramentale dellicona, secondo la genuina dottrina della Chiesa. necessario, perci, concentrare prima la nostra meditazione alla teologia dellicona per poter poi capire che significa contemplare e vivere il mistero della misericordia di Dio fatto uomo. L'icona della misericordia nell'iconografia mariana Il Kontakion della prima domenica di Quaresima o festa dell'Ortodossia (in ricordo del trionfo delle immagini sulliconoclasmo), riassume con efficacia l'aspetto di lettura insito nella teologia dellicona: Lindescrivibile Parola (aperigraptos Logos) del Padre, stata rappresentata (periegrhe) quando prese carne da te, o Madre di Dio, e ha restaurato lantica immagine macchiata (dal peccato), unendola alla bellezza divina. Confessando la salvezza, noi la rappresentiamo in fatti e parole. Il ragionamento di questinno del mattutino bizantino sembra condensare il pensiero di Sant Teodoro Studita, il quale fonda la rappresentazione del Dio-Uomo sullumanit rappresentabile di sua Madre: Poich Cristo nato da un Padre indescrivibile, non pu avere immagine. [] Ma dato che Cristo nato da una madre descrivibile, naturalmente ha unimmagine che corrisponde a quella di sua madre. E se non fosse possibile rappresentarlo con larte, ci vorrebbe dire che egli nato solo dal Padre e non si affatto incarnato. Ma questo contrario a tutta la divina economia della salvezza. Perci, Maria, insieme con il Cristo, occupa un posto di primo piano nell'iconografia orientale. Le icone della Madonna hanno il loro posto nel cosiddetto ciclo dogmatico dell'iconografia e propongono ai fedeli in diversi modi, ed in un linguagio simbolico, la dottrina mariana. L'icona della Vergine che regge il bambino illustra il dogma della maternit divina di Maria e propone Maria come la grande testimone dell'incarnazione. L'Hodigtria mette in risalto la divinit del Cristo, mentre l'Elesa e sue derivazioni insistono sull'umanit del Cristo. La perpetua verginit di Maria espressa dalle tre stelle che mai mancano sulla fronte e sulle spalle di lei. La mediazione di Maria tvora allusione chiarissima nel gesto della mano della Hodigtria e soprattutto nella raffigurazione della Desis. L'esimia dignit di Maria messa in rilievo dalle parole dell'inno: In te si rallegra tutto il creato. Lo stesso inno e altre espressioni propongono ai fedeli la superiorit di Maria e la sua suprema dignit su tutti gli esseri. La regalit mariana trae bellissima affermazione dell'icona della Kyriotissa o Regina, anche se la chiesa orientale non ha ritenuto di commemorarla in una festa specifica, come invece la chiesa cattolica. Le icone della dormizione, delle esequie e dell'assunzione di Maria mettono bene in rilievo il dogma dell'assunta e della glorificazione di Maria in corpo e anima, cos come i testi liturgici della festa dell'Assunzione. Per concludere, si noti che le legende che debbono essere scritte su ogni icona, volute e accuratamente vigilate dalla chiesa, propongono in modo molto chiaro ci che l'icona raffigura e ha per fine di insegnare ai fedeli. Sant Giovanni Damasceno usava dire: se qualcuno ti chiede della tua fede, portalo in chiesa e mostragli le icone. Con queste parole il santo dottore voleva dire che l'icona va vista dentro il mistero centrale del cristianesimo, cio l'economia dell'incarnazione. Cos, la Madonna non fu mai raffigurata senza il bambino tra le braccia e la sua immagine prese il posto d'onore nelle absidi centrali di tutte le chiese. Altro posto di riguardo le fu dato nell'iconostasi, sia nella composizione detta della Desis, alla destra cio del Cristo giudice, sia nello spazio laterale a sinistra della porta centrale dell'iconostasi, a bilanciare l'icona di Cristo sullo spazio leterale di destra. Limmagine della Vergine Maria - icona dellincarnazione, tipo della Chiesa e della nuova creatura - nella sua tenerezza, nel suo sguardo pieno di amore rivolto al Figlio, un invito a confessare Cristo come Signore, a lasciarlo diventare il Signore della nostra vita, a lasciarsi trasformare da Lui, ad andare continuamente da lui. Maria lOdighitria, ci guida a Lui, diventa il nostro modello, intercede per noi. Noi ammiriamo in silenzio, imploriamo, meditiamo. Lo Spirito Santo indicato nella tradizione delle icone come liconografo interiore, lartefice della santit. colui che rivela il Cristo come immagine del Padre, ma anche Colui che porta luomo alla progressiva somiglianza con Cristo, scrivendo la sua immagine di santit nelluomo. Le icone, nel gioco dei simboli e dei colori, vogliono essere come una trasparenza ed una rivelazione di questo lavorio dello Spirito nel cuore dei santi e tra loro Maria Tutta santa. Le icone che raffigurano la Madonna possono dividersi in due grandi gruppi: il primo comprende le icone qualificate ritratto, il secondo comprende tutte le altre icone (Maria nelle icone di festivit di Cristo, Maria nelle icone di festivit mariane, Le raffigurazioni mariane in altri episodi del Nuovo Testamento, Raffigurazioni mariane ispirate all'Antico Testamento, Raffigurazioni mariane a commento di inni liturgici). In gruppo delle icone qualificate ritratto si possono distinquere i seguenti tipi pi comuni di Maria: L'Hodigitria (Colei che indica la via. Maria con la mano sinistra tiene il Bambino e con la destra lo indica), L'Eleusa o l'icona della tenerezza (Abbandona l'atteggiamento statico proprio dell'Hodigitria e lascia trasparire un innegabile senso di affettuosit e di tenerezza espressi dalle guance del Bambino e della Madre che si avvicinano), Desis o l'Orante (Maria in atteggiamento di supplica accanto al Figlio seduto al trono), La Galaktotrofusa (Il nome significa allattante o nutrice e raffigura la Madonna con il bambino al seno) e altri tipi secondari. Nell'Anno Santo del Giubileo Straordinario della Misericordia, che si apperto nell'8 dicembre 2015, festa liturgica di Maria, attira l'attenzione l'icona Eleusa. Si tratta sempre della Madonna che tiene in braccio il bambino; questi si stringe affettuosamenta alla madre, guancia a guancia, passandole il braccio attorno al collo, o accarezzandole il mento o il volto. Eleusa signifa tenere, misericordiosa. Esistono molte icone del tipo Elesa. L'icona pi famosa di questo tipo la Vladimirskaya, che vide la luce nel XII secolo a Constantinopoli e che oggi si trova nella galleria Tretyakov a Mosca (fig. 1). L'icona Madonna di Vladimir fu imitata in Occidente nella Notre-Dame de Grce di Cambrai (Francia) nella qualle Bernadette Soubirous avrebbe ravvisato la medesima figura delle appparizioni di Lourdes (fig. 2). In questa famosa icona, capolavoro insuperabile, l'anonimo iconografo ha fuso insieme la tipologia dell'Eleusa e della Hodigitria: mentre, infatti, i volti dei due protagonisti si stringono in affettuoso slancio, il braccio della madre rimasto libero indica il Figlio a chi quarda, alludento nel gesto: lui la via. quanto significa Hodigitria, la conduttrice. Si parlato molto di questo passagio dalla tipologia di Hodigitria alla tipologia dell'Eleusa. Il tipo mette in rilievo l'affetto che lega madre e Figlio ed esalta l'umanit del Cristo, in contrasto con il tipo della Hodigtria, ove l'accento messo sulla divinit di lui. Nell'icona di Elusa molti vedono l'influsso con l'approccio naturalistco nell'occidente che cos ha modificato originale stilo che appartiene all'Oriente. A ben esaminare le apparizini mariane contemporanee, il noto mariologo Stefano De Fiores rileva facilmente come due aspetti del volto di Dio vengono mediati da Maria: la femminilit/maternit e la compassione/sofferenza. Tutte le Icone antiche, in specie quelle pi miracolose, cui la devozione del popolo molto forte, hanno in comune la tradizione che le vuole dipinte dallo stesso San Luca. L'elemento narrativo indispensabile avvio alla composizione di ogni icona, essendo il cristianesimo una realt che si inserisce nella storia. Ogni raffigurazione della Madonna ha contenuto storico e si riferische ad un evento determinato della vita di lei (icone festive) o ad un suo intervento nella storia della chiesa o dei santi. I tratti stessi di Maria nelle icone vogliono essere quelli di un ritratto almeno secondo la tradizione che tramanda i primi ritratti di lei come opere eseguite dallo mano di sant Luca. Tradizione con ogni probabilit vera se si considera San Luca non come il personaggio storico in quanto tale, ma come liconografo perfetto. Nel Nuovo Testamento Luca l'evangelista che pi ci parla di Maria. Le poche e parsimoniose, ma tuttavia centrali affermazioni della sacra Scrittura su Maria si sono profondamente impresse nei cuori dei credenti e hanno trovato una potente eco nella spiritualit cristiana di tutti i secoli. Il punto dogmatico pi importante di aggancio di tale tradizione fu il concilio di Efeso (431), che proclam Maria Genitrice di Dio (Theotokos). Importante qui il fatto che la controversia scoppiata attorno a questo titolo onorifico, soprattutto fra Nestorio e Cirillo di Alessandria, non fu una controvesia mariologica, ma una controversia cristologica, cio la questione se Ges fosse realmente e secondo l'ipostasi il Figlio di Dio. Perci la tradizione mariologica non fu sin dall'inizio una faccenda marginale estranea alla cristologia; essa si colloca pituttosto fin dall'inizio nel contesto e sul fondamente della cristologia; solo cos essa pu essere e sar sana e spiritualmente feconda. Su questa base molte preghiere, inni e canti della cristianit hanno ripreso in continuazione le affermazioni del Nuovo Testamento, le hanno interpretate e rese spiritualmente feconde. Le pi importanti di tutte sono le testimonianze della liturgia. Questa interpretazione spirituale della Scrittura si trova in tutte le tradizioni della chiesa del primo millenio, tra i greci cos come tra i latini, tra i copti cos come tra i siri e gli armeni, in Russia cos come nell'Occidente latino, e ha lasciato chiare tracce anche nella lode tributata a Maria dai riformatori protestanti del XVI secolo. Ci viene espresso gi nella preghiera mariana pi antica, composta verso il 300 e molto diffusa: Sotto la tua protezione cerchiamo rifuggio, santa Madre di Dio. Orginariamente essa recitava: Ci rifugiamo sotto la tua misericordia, o santa Madre di Dio. Il medesimo atteggiamento pieno di fiducia troviamo in molte preghiere successive. In una delle preghiere mariane pi note, la Salve Regina (XI secolo), invochiamo Maria come madre di misericordia e le chiediamo: Rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. Maria fu invocata come soccorritrice in tutte le situazioni di bisogno. Quel che lungo tutti i secoli fu espresso nelle preghiere in parole, fu espresso in molteplici modi anche nella scultura e nella pittura, soprattuto nelle immagini miracolose e nelle immagini dei luoghi di pellegrinaggio. Le particolarit della concezione dell'icona proprie alla chiesa orientale sono venute a conoscenza dell'occidente in seguito alle vicende storiche che hanno indotto molti ortodossi a lasciare i loro paesi di origine per cercare rifugio in occidente. Essi vi hanno trasferito, insieme con il loro modo di pensare e di vivere, anche le icone. Queste, da oggetto religioso, hanno assunto carattere d'oggetti d'arte e di collezione. Furono liberate dalle ricche rize mentalliche e dalla patina di fumo dei ceri che le copriva. Persino governi atei, come quelli dell'Europa orientale, hanno mostrato interesse, seppure profano, per questa manifestazione peculiare del patrimonio culturale e artistico, spogliando le chiese dei loro tesori. L'icone, riparate e restaurate, furono cos stipate nei musei, allo scopo di eesere apprezzate e ammirate. L'occidente ha potuto di riflesso tornare ad un'antica tradizione che fu anche la sua, con effetti utili a superare la crisi dell'arte sacra, dalla quale la cristinait occidentale afflitta da tempo. Lettura estetico-teologica dell'icona Elesa La teologia dellicona espressa nellestetica e nella tecnica che obbediscono a delle precise esigenze teologico spirituali. Siccome liconografia fu essenzialmente opera dei monaci, i canoni stilistici ed estetici che si riferiscono ad essa sono stati abbastanza costanti. A questi canoni sono dovute quelle caratteristiche che distinguono inconfondibilmente le icone bizantine. Ioannis Spiteris dia cinque canoni estetici che possono aiutare a leggere e a capire le icone, gli affreschi o i mosaici Bizantini.1 1. Bidimensionalit Le realt che noi conosciamo hanno tre dimensioni: lunghezza, larghezza, altezza. Licona non essendo una rappresentazione della natura ma un segno della nuova creazione inaugurata da Ges Cristo, volutamente ignora il volume che rappresenta la pura dimensione carnale delluomo. Il mondo dellicona si muove dentro la bidimensionalit. Ci significa che il creatore dellicona lavora dentro uno spazio divino, non usa mai la tecnica della profondit, non cerca di dare volume ai corpi come succede nelle sculture (nelle chiese bizantine non esistono sculture), o nelle pitture rinascimentali in cui, nello sforzo di riprodurre la natura, si preoccupati di dare plasticit ai corpi e agli oggetti rappresentati. Al contrario, le icone rappresentano scene teofaniche e persone che sono state trasformate, cristificate, partecipano della natura delluomo nuovo, di Cristo pasquale. Rifiutando di rendere lillusione ottica del volume, licona vuole sottrarsi alle leggi che reggono questo mondo opaco e pesante. Cos esse provocano la fede del cristiano a desiderare quel mondo spirituale gi inaugurato da Cristo risuscitato, partecipato anche a noi con il battesimo, nutrito dallEucaristia ma non ancora completamente compiuto. La bidimensionalit ci vuole ricordare che la nostra patria il cielo. In questo contesto bisogna dire che nella pittura bizantina esiste una distinzione fra corpo e carne. Il pittore di icone riproduce il corpo senza attirare lattenzione sulla carne (a questo serve la bidimensionalit). Quello che liconografo riproduce e vuole presentare allo sguardo dei fedeli, il corpo trasfigurato, spiritualizzato . Le icone della Beata Vergine Maria mostrano regolarmente Maria con il bambino Ges tra le braccia. Secondo uno dei primi concili ecemenici "Maria diede alla luce colui che La ha creato". Questo manifestanno iscrizioni sulle icone mariane. Cos lei sempre designata come la madre di Dio (Mater Theou), perch non solo la madre del figlio di qualcuno, ma di Ges Cristo, che evidenzia anche l'etichetta che per Ges dice non che "da Nazaret", ma che egli il Cristo, cio : unto di Dio. Regolarmente di aureola di Ges ha aggiunto in s una croce, che ha a volte etichetta (anche in greco): ho on, che una sintesi di parole da Es 3.14, dove Dio presentato come colui che (greco: Ego eimi ho lui). Cos, in questo bambino lo stesso Dio incarnato. Teologicamente parlando dellicona Elesa, non si tratta di unicona di Maria come nessun dogma non principalmente un dogma mariana - ma di quella dellincarnazione di Cristo. Si tratta cio della comunione pi intima tra lipostasi divina e la natura umana rappresentata dalla Vergine. In Maria tutta lumanit genera Cristo. Cos via le icone sono una chiara espressione della fede cristiana: il bambino che incarnato la Parola di Dio, come manifestato dal monogramma di Cristo. 2. Irraggiamento Nellicona troviamo spesso una simmetria che presuppone un centro ideale a cui si riferisce tutto lo sviluppo della tematica. Sembra che da questo punto centrale si sviluppino e si irradino tutti i particolari dellicona. Anche questa tecnica vuole aiutare il fedele a trovare il punto fontale di ogni realt, cio il divino, e ad esso condurre chi contempla licona. Ed proprio questa radice spirituale, questa signoria di Dio, che al pittore sacro interessa mettere in evidenza e non la struttura fisico-temporali del mondo. Perci le icone sono cos essenziali nei loro elementi ornamentali. Si riproduce solo quel che necessario, ricorrendo spesso al simbolo, per esprimere non limmanenza ma lo slancio verso la trascendenza. Nell icona Eleosa Maria quarda verso credente che contempla licona ed attraverso lui Maria quarda tutta l'umanit e invita al dialogo ed allincontro. Maria triste a causa del peccato che vede nelluomo e nellumanit. Cos triste e profondamente ferita si appoggia verso Ges e cercha la sua consolazione e la sua forza. Ges quarda Maria e con questo squarda come sta dicendo: mio Padre ha perdonato e anche io perdono. Su questa icona si vede il principio evangelico secondo cui uno piccolo e debole mantiene uno grande e forte: un bambino apparentamente fragile supporta Madre che debole ed insignificante davanti al peccatgo e male della gente. Marija tiene tutta lumanit cona la sua devozione e la preghiera. Maria porta tutta tutta lumanit a questo centro, a questo sorgente della vita divina, a Ges Cristo, Figlio di Dio. 3. Prospettiva inversa o rovesciata Il senso dellimmaterialit, del nuovo mondo annunziato dallicona, viene sottolineato ulteriormente con la tecnica della prospettica inversa o rovesciata. Questa tecnica che si pu trovare anche nellantica pittura egizia, viene ottenuta con una tecnica precisa: Le linee non vengono tracciate per convergere in un punto allinterno dellicona bens al suo esterno. Questo significa che le linee si dirigono in direzione inversa dal punto dellosservatore, la direzione della prospettiva non si trova dietro il quadro ma avanti. Si ha limpressione che la scena invece di perdersi nel fondo venga verso lo spettatore quasi ad incontrarlo. E qui sta il significato teologico di questa tecnica. Dio che ha liniziativa, Lui che viene verso luomo per incontrarlo, offrirli la sua amicizia; ed esige da lui una risposta. Si tratta proprio della Rivelazione di Dio che gratuitamente si d alluomo e lo invita alla comunione con Lui. C da notare che nella tecnica della prospettiva inversa, il personaggio principale rappresentato pi grande rispetto agli altri anche se esso non al primo piano. Il mondo di Dio non dipende dalle leggi create ma dalla sua sconvolgente bont salvifica che supera la logica delluomo . Cos la direzione della prospettiva di icona Eleusa non "dietro" l'immagine, piuttosto che il "davanti" verso luomo che la contempla. Lo sguardo di entrambi personaggi, Bambino Ges e Maria, diretta verso losservatore, le labbra di Ges sono lievemente inarcate. E qui sta il significato teologico di queste tecniche. Dio fa il primo passo; l'iniziativa era sua. Lui esce per incontrare l'uomo per renderlo e offrirgli un'amicizia, ma cercha la risposta delluomo. A questa proposta Maria ha dato risposta. Nel s pieno di fede, che Maria dice al messaggio dell'angelo, Maria si defin una serva del Signore e esprime tutta la sua disponibilit a collaborare all'opera della salvezza. Maria fa spazio a Dio, affinch egli possa operare il suo miracolo. Anche questo s a co che supera semplicemente tutta l'immaginazione umana ella lo pu dire soltanto come benedetta da Dio. Con questo s obbediente Maria ha reso possibile la venuta di Dio in questo mondo ed Maria divenne la serva della sua misericordia eletta e benedetta da Dio. Nell'elezione e nella grazia concessa a Maria, cos come nel suo s pieno di fede, che apre la via alla venuta di Dio in questo mondo e fa di lei la genitrice di Cristo, l'arca della nuova alleanza e il tempio dello Spirito santo, in Maria diventata realt la chiesa. 4. Atemporalit del soggetto Come lo spazio dellicona obbedisce alla logica interna della trascendenza, cos anche il tempo non visto in maniera strettamente cronologica. Al pittore sacro non interessa rappresentare la storia, ma storia della salvezza. Secondo questo criterio sono accostati vari fatti cronologicamente distanti. Essi sono uniti tra di loro secondo un significato spirituale e teologico. Cos, per es., nellicona della nativit si vede Giuseppe in un angolo, fuori della grotta, pensieroso e dubbioso. Si tratta della crisi avuta quando si era accorto della gravidanza di Maria. Lepisodio rappresentato nella scena della nascita per indicare la verginale maternit di Maria. Per sottolineare questa indipendenza dallo spazio e dal tempo, le scene delle icone non sono inquadrate dentro un telaio. Esse sono lasciate libere da limiti per indicare che superano lo spazio e il tempo e si aprono un varco verso linfinito . Come lo spazio nelle icone indica e sottolinea il trascendenza cos anche il tempo non mai visto in un modo rigorosamente cronologico. Pittore di icone non ha l'intenzione di introdurre la storia, invece di proclamare la storia della salvezza. Cos via le icone insieme possono trovare eventi e fenomeni che cronologicamente sono separati. Essi sono uniti tra di loro secondo il significato spirituale e teologico. Nellicona di Vladimir molto forte il legame fra la sofferenza della madre e la sofferenza della Passione del Figlio, cos intimamente legati nellOpera di redenzione del Padre. Lo sguardo di Maria testimonia questa unione profonda che la lega alla sorte di Cristo. anche a te una spada trafigger lanima (Lc 2,35). Nella versione ebraica della Bibbia il conceto di amore viene reso spesso con il termine rahamin: lamore profonda tra madre e bambino, l imensa tenerezza che in modo cos intenso esprime questo capolavoro. Cos anche molti pensano che molto probabile che il tipo della tenerezza nellicona Elesa non mette acceno cos forte sul sentimento materno della Maria, bens rivela il mistero del dolore nellopera di salvezza. Tutti i tipi della Madonna dolorata o Madonna della Grazia verso luomo e lumanit nellOcidente sono conessi con lElesa, Madre della tenerezza. Ma non dobbiamo dimenticare che primma di tutto si trata dellicona della misericordia di Dio. Per sottolineare l'indipendenza spazio-temporali, vista sulle icone le icone non sono incorniciate per sottolineare la libert diretta verso eternit e pienezza della vita. Maria, che sta all'inizio della storia neotestamentaria della salvezza, occupa una posizione importante anche nel suo punto culminante. Ges l'affida infatti dalla croce a Giovanni come sua madre, cos come a sua volta affida a lei il proprio discepolo Giovanni come suo figlio (Gv 19,26-27). Giovanni il discepolo che Ges amava (Gv 19,26) e nel quarto vangelo egli considerato il modello del discepolo di Ges. Ci significa che, in Giovanni, Ges ha affidato come figli a Maria tutti i propri deiscepoli ed ha viceversa affidato Maria a tutti i propri discepoli. Il concilio Vaticano II ha espresso in questo modo convinzione di innumerevoli cristiani: Con la sua materna carit si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata. Nel corso della sua storia la chiesa ha insegnato a concepire Maria non solo come testimone e modello, ma anche come creatura particolare della misericordia di Dio. In Maria scorgiamo per cos dire il piano originario del creatore e, nello stesso tempo, il traguardo, l'uomo redento. Maria redenta come tutti gli altri redenti, ma diversamente da essi fu redenta fin dal primo istante della sua esistenza da ogni macchia di peccato. La chiesa orientale la dive perci la Tutta santa. In lei e in tutta la sua vita si vittoriosamente imposta la misericordia di Dio, nemica e vincitrice del peccato e capace di fare spazio alla vita. Perci ella segno che la potenza del peccato non ha potutto radicalmente vanificare il piano salvifico originario di Dio per l'umanit; ella come l'arca sicura in mezzo di diluvio, il resto stabimente sano dell'umanit e nello stesso tempo l'alba della nuova creazione. Nella sua bellezza cantata dalla poesia e dall'arte religiosa di tutti i secoli risplende la perfetta bellezza originaria e definitiva della creazione. Maria la creatura perfetta. 5. Luce propria Nellicona non esiste una sorgente naturale di luce per cui i corpi non proiettano ombre. La luce proviene dallo sfondo dorato dell'icona che simboleggia la vita divina partecipata agli uomini. I colori si sovrappongono sempre pi chiaramente a partire da un fondo scuro. Questo fenomeno si vede soprattutto nellicona della Trasfigurazione dove, partendo dallo sfondo dorato, si arriva alla luce chiara abbagliante di Cristo che a sua volta irradia uomini e cose trasfigurando anche loro della sua trasfigurazione. In questatmosfera surrealista, i colori assumono unimportanza particolare. Essi, per quanto riguarda le vesti dei personaggi, sono trattati in modo da suggerire una esplosione gioiosa nel loro accostamento. Nellicona di Cristo la veste interna di colore porpora e indica la divinit, mentre la veste esterna di colore azzurro ed indica lumanit. I volti (sempre di fronte) sono trattati con colori molto sfumati in modo da togliere ogni idea di sensualismo. Ci ottenuto anche con la sproporzione geometrica delle fattezze rispetto al naturale. Per indicare questo superamento del naturale e dellessenza ontologica delluomo come immagine di Dio, si ricorre anche ad altri accorgimenti tecnici come la ieraticit delle figure, la rigida posizione facciale, la scena bloccata nel suo movimento . Conclusione Nel tentativo di sintetizzare il cammino fin qui svolto, si pu affermare che l'icona d'Elesa l'icona dell'incarnazione di Ges Chirsto, Figlio di Dio che con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio. La rappresentazione di questo miestero ed il ruolo di Madre di Ges in questo mistero puo essere fatto in due modi in parole ed in colore. Di Maria testimone, modello e creatura particolare della misericordia di Dio in colore parla l'icona d' Elesa ed in parole possiamo trovare la sintesi della testimonianza a Maria nel vangelo e nella fede della chiesa nella Bolla di indicazione del Giubileo Straordinario della Misericordia: Nessuno come Maria ha conosciuto la profondit del mistero di Dio fatto uomo. Tutto nella sua vita stato plasmato dalla presenza della misericordia fatta carne. La Madre del Crocifisso Risorto entrata nel santuario della misericordia divina perch ha partecipato intimamente al mistero del suo amore. Scelta per essere la Madre del Figlio di Dio, Maria stata da sempre preparata dallamore del Padre per essere Arca dellAlleanza tra Dio e gli uomini. Ha custodito nel suo cuore la divina misericordia in perfetta sintonia con il suo Figlio Ges. Il suo canto di lode, sulla soglia della casa di Elisabetta, fu dedicato alla misericordia che si estende 'di generazione in generazione' (Lc 1,50). Anche noi eravamo presenti in quelle parole profetiche della Vergine Maria. Questo ci sar di conforto e di sostegno mentre attraverseremo la Porta Santa per sperimentare i frutti della misericordia divina. Presso la croce, Maria insieme a Giovanni, il discepolo dellamore, testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Ges. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove pu arrivare la misericordia di Dio. Maria attesta che la misericordia del Figlio di Dio non conosce confini e raggiunge tutti senza escludere nessuno. Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perch non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Ges.     PAGE 11 PAGE \* MERGEFORMAT2 PAGE \* MERGEFORMAT2  Fondamentalmente la teologia delle icone la troviamo nel concilio Ecumenico Niceno II (a. 787) che ha condannato gli iconoclasti. La teologia delle immagine fu elaborata tra 730 e 843 da Germano di Costantinopoli, Giorgio di Cipro, Niceforo di Costantinopoli, Teodoro Studita e soprattutto Giovanni Damasceno.  TEODORO STUDITA, Terza Refutazione, II, PG 99, 417C.  Il nome designa un gruppo formato dal Cristo, seduto o stante, generalmente in atteggiamento di giudice, avendo alla destra la Madonna e a sinistra il Giovanni Battista. Queste due figure sono voltate verso il Cristo con le braccia alzate in atteggiamento di supplica. appunto ci che significa il termine greco desis (preghiera, mediazione). Molto spesso la raffigurazione comprende apostoli, angeli e santi disposti in fila alle spalle della Madonna e del Giovanni Battista, coi medesimi gesti. Il gruppo attestato gi dal VII secolo. Nel epoca successiva all'iconoclasmo il tipo ripetuto su una fila intera dell'iconostasti, e soprattuttto in Russia, ove ha assunto la maggiore diffusione. Questa tema esprime la preghiera della chiesa peri l mondo. L'atteggiamento di Maria ben espresso nei versi che l'Ermeneutica della pittura prescrive per il cartiglio posto in mano alla madre di Dio: O eterno Figlio e Verbo del Dio vivente, o Salvatore, nato dal Padre senza seme tralascia di giudicare i peccati ed esaudisci le suppliche materne. Cfr. S. DE FIORES, Icone, in: Nuovo Dizionario di Mariologia, Cinisello Balsamo (MI), 1985, pp. 607-608.  GIOVANNI DAMSCENO, Adversus Constantinum Cabalicum, PG 95, 326.  Cfr. H. DENZINGER, Enchiridion delle professioni di fede delle definizioni e dichiarazioni su questioni di fede e morale, P. HNERMANN (a cura di), Bologna, 1991, p. 2803.  Con grande frequenza i cittadini di Mosca si recavano nella pinacoteca del Tretjakov per pregare con intensa devozione dinanzi alla Madonna di Vladimir, lamore dei figli aveva trasformato una galleria darte in una cattedrale. Numerose testimonianze riferiscono che soprattutto durante il regime ateo, in attesa dell'autobus o passando nelle adiacenze, i devoti guardavano verso la Galleria, facevano segni di croce e muovevano le labbra. Quanto ai turisti che entravano nella Galleria per la visita, le donne si tiravano sul capo il foulard, gli uomini dimenticavano il cappello nel pullman o inventavano piccoli stratagemmi per non tenerlo in testa. Maria ha continuato ad essere un richiamo alla fede in Dio, alla preghiera fiduciosa nell'aiuto e nella protezione di colei che la Madre della misericordia.  "Bernadette non volle mai riconoscere la fisionomia di Maria nellaspetto che gli artisti diedero alle statue di Nostra Signora di Lourdes. Un giorno, per un religioso che possedeva un album di Madonne tra le pi conosciute, lo mostr a Bernadette. Ella sfogli lalbum e si ferm, emozionata, davanti ad unimmagine bizantina dai tratti regolari. Ecco -disse ci che trovo di pi somigliante". Si trattava, per lappunto, dellicona diNotre-Dame-de-Grcedi Cambrai. "Bernadette, emozionata, si alza, si inginocchia ed esclama: lei!": Cfr. R. ALESSANDRINI, Bernadette e l'icona di Cambrai, in: Osservatore Romano, 15 augusto 2004, p. 4.  Cfr S. DE FIORES, Perch Dio ci parla medinate Maria. Significato delle apparizioni mariane nel nostro tempo, Cinisello Balsamo (MI), 2011.  H. DENZINGER, op. cit., 1991, pp. 250-253.  Cfr. W. KASPER, Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo Chiave della vita cristiana, Queriniana, Brescia, 2013, pp. 304-320.  Cfr. S. DE FIORES, Maria in der Geschichte von Theologie und Frmigkeit, in: Handbuch der Marienkunde, I, W. BEINERT-H. PETRI (eds.), Pustet Verlag, Regensburg, 1984., pp. 99-266.  Gi nel VII-IX secolo troviamo in Siria rappresentazioni della Eleusa, la Misericordiosa.  La concezione dell'icona propria alla chiesa orientale stata definitivamente acquisita dopo aspra lotta, contro l'iconoclastia, che aveva insanguinato chesa e impero durante l'VIII e il IX sec. Inziata nel 726, la lotta si consluse pi di un secolo dopo, nell'842. Il VII. Concilio ecumenico Niceno II, svoltosi nel 787, aveva sancito a conclusione del primo pepriodo di lota: Definiamo che [], come le rappresentazioni della croce preziosa e vivificante, anche le venerabili e sante immagini, sia quelle depinte, sia quelle in mosaico o di qualeche altra materia, devono essere poste nelle sante chiese di Dio, sugli utensili e le sacre vesti, sui muri e i quadri, nelle case e per l estrade, sia l'immagine di Dio nostro Signore e Salvatore Ges Cristo, che quella della Vergine immacolata, la santa madre di Dio, dei santi angeli, di tutti i santi e dei giusti (DH 600).  I. SPITERIS, Il significato teologico ed estetico dell'icona,  HYPERLINK "http://www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'icona" www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'icona, pp. 10-11.  Ibid., p.11.  Ibid., pp. 11-12.  Ibid., p. 12.  Cfr. T. PIDLIK-M.I. RUPNIK, La fede secondo le icone, Lipa Edizione Centro Aletti, Roma, 2000.  DOCUMENTI DEL CONCILIO VATICANO II., Constituzione dogmatica Lumen gentium sulla chiesa, Edizione Paoline, Roma, 2006., nr. 62.  Cfr. C. SCHNBORN, Wir haben Barmherziggkeit gefunden. Das Geheimnis des gttlichen Erbarmens, Freiburg im Breisgau, 2009, p. 154.  H. DENZINGER, op. cit., 1991, 2803.  I. SPITERIS, op. cit.,  HYPERLINK "http://www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'icona" www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'icona , pp. 12-13.  PAPA FRANCESCO, Misericordiae Vultus. Bolla di indizione del Giubileo straordinario della misericordia, Roma, 2015, p. 24. Sa~etak: U godini Izvanrednog jubileja milosra, koja je zapo ela na Svetkovinu Marije, 8. prosinca 2015., posebnu pozornost zavrjeuje ikona Bogorodice Nje~ne (Milosrdne, Milosne) odnosno Majke Milosra (Eleousa). Taj ikonografski tip lika Bogomajke s Djetetom Isusom, koji se priljubljuje uz njezin obraz, odra~ava posebno naglaaenu nje~nost i bri~nost, osobito s pomou geste zagrljaja. Na ikonama tog tipa esto se mo~e vidjeti uzajamnost zagrljaja Djeteta i Majke. Taj se ikonografski tip oblikovao u bizantskoj umjetnosti da bi tijekom 11. stoljea bio proairen diljem europskih zemalja. Postoje mnoge ikone ovoga ikonografskog tipa ali je meu njima najpoznatija ikona iz Vladimira koja se smatra jednom od najsvetijih ikona Isto ne pravoslavne crkve a danas se nalazi u Galeriji Tretjakov, Moskva. Tu se ikonu oponaaalo na Zapadu, primjerice Notre Dame de Grce u Cambraiju. Posebnost ove ikone je i u injenici da ona u sebi ujedinjuje dva ikonografska motiva: Eleousu i Hodegetriji (Putokazateljicu). abcwx o u w } ùê|th%_CJaJhhw6CJaJhhwCJaJhh6CJaJhhCJaJh 1CJaJ h*hhOJQJ^Jh9<h,h h*h9<hw hh9<h9<5CJaJh*h9<5CJaJhw5CJaJ*abcx 01"$x-DM [$\$`a$gd/"-DM [$\$gdw$a$gdw$a$gd $a$gd$a$gd9<$a$gd9< $xa$gd9<$a$gd9< B|=CT[bi/012?A#]#}uhCmHsHhcFmHsHh\h0IlmHsHh0IlmHsHhh5 h 15 h2d5 h h2d h h h,h h,h h%_hCJaJhwCJaJh%_h%_6CJaJh%_h%_CJaJh%_CJaJhCJaJ.12?@~   $^a$gd<# $`a$gdc> $ha$gd 1$a$gdw $`a$gdw $`a$gd2d $`a$gd2d $`a$gd0Il"$x-DM [$\$a$gdw -.A;<cdkl}    KLnº}} hhhCJaJh hc>hjh0JUhc>hc>6 hc>hc> h5 h5hh5 h5h0Ilh=-`mHsHhCmHsHh\h0IlmHsHh2dhirh2d6 hirh2dh2dmHsH1 &![% )[-3333418'>w $`a$gd"Q $x`a$gdq t $x`a$gd $x`a$gd@6 $x`a$gdq t $`a$gdiE $`a$gdT $`a$gdyo $`a$gd] $`a$gdL}$a$gdlEmEEGGGG-KL,N-N%QSuuu $`a$gdf $^a$gd@ $^a$gd@$hx^`ha$gd<# $`a$gdf $x`a$gd<#"$xh-DM [$\$a$gd#Q"$x-DM [$\$a$gdq)q $`a$gd J KKLLLLLL,M1M4M9M&N(N)N,N-NNNNOYOPPPPKQLQSSS"S%SVVVVVV.VLV_VlV{VVVV=WFWSWuWȺȮȺȧӌha/DhmHsHhhmHsHh<#h6hCJaJ hfhhh6mHsHhfh6]mHsHhfhmHsHjh0JUmHsHhmHsHhh6mHsHhhmHsH2SS"S#SQYRYwYxYF^G^H`ahckcc $`a$gd@ $`a$gdB $^a$gd@ $`a$gd- $x`a$gd $^a$gd $^a$gd<#$jx^`ja$gd<# $Lx^La$gd9$'uWzW~WWQYRYwYyYZZ/^0^6^7^A^C^D^F^G^^T_G`I`J`hcicjckccccccc g"g#g%g&gǻynnbnnhEHh6mHsHhehmHsHh6mHsHha/DhCJaJhBh0J'6h hBhhBhmHsHjh0JUmHsHh-h6mHsHh-hmHsHh<#h6mHsHha/DhCJaJmHsHhmHsHha/DhmHsH&cc%g&glZmoptttuw2z3z4z@zxgdAY`gdw`gdf`gd<# x`gda/D $`a$gd} $`a$gd}$a$gd} $^a$gd@ $`a$gde&ghjll mYmZmpppqq qqHqqq[r\rtttu\u]uyyyy,z.z/z2z4z>z?z@zzz{{{{{οζζζοοΪߓ틆zrrhf:uh6hirh6h h5hh5hfhmHsHh@h6mHsHhCJaJmHsHh}h0J'jh}h0JU]h}h0J'6 h}hjh0JUmHsHhmHsHh}hmHsH,@zBz|ƂǂȂɂʂ̂͂ςЂ҂ӂՂւ$a$h]h&`#$gd= $x`a$gd $x^a$gd $x^a$gdɖʖ˖ϖٖږÿïÿh h h6h|h+S0J h+Sh+Sh+Sjh+SUh0h6h^h6 h^hhN5hyh6hjh0JUh@ɖٖ>Fl]ۙܙ $x`a$gd$a$gd-|$V^`Va$gd\Z++$V^`Va$gd\Z +V^`Vgd+S5>?@NWe—ɗʗ֗ >AFGHKUV]_lmop{NOQVh|h+S0J h+Sh+Sh+Sjh+SU h 6h h 6h\Zh6 h6hJJh6hN5h"Dh6 h\Zhjh0JUh fh"\h6h h9V]^oҙՙڙۙ$fNPȠʠΠB¡fhlnļwooomwUhACJaJh _CJaJh 6CJaJh h 6CJaJh CJaJh CJaJh-|CJaJhA>CJaJhrCJaJhjCJaJhCJaJh CJaJh@h6CJaJh@hCJaJ!jh@h0JCJUaJh(Sve ikone imaju odreena obilje~ja koja i nama danas poma~u otkrivati njihov govor i zna enje, kojima zahvaaju i naae ~ivote. Taj teoloako-duhovni, kao i estetsko-stilski kanon, olakaava pristup svim tipovima ikona. Ioannis Spiteris navodi pet odlika. One nam nam poma~u u estetsko-teoloakom itanju ikone Eleousa. Prije svega, teoloaki gledano, ne radi se o ikoni Marije, nego je rije  o ikoni utjelovljenja Isusa Krista, Bo~jeg Sina koji rije ima, djelima i itavom svojom osobom objavljuje Bo~je milosre. Nitko nije prodro u dubine otajstva Boga koji je postao ovjekom tako kao Marija. Sav je njezin ~ivot oblikovan prisutnoau utjelovljenog milosra i svjedo anstvom da Bo~je milosre ne poznaje granice i da se prote~e na sve, bez iznimke. Ono ato je u svim stoljeima izgovarano rije ima, likovna je umjetnost isticala na sebi svojstven na in, poglavito u udotvornim i hodo asni kim slikama. O Bo~jem milosru i ulozi Majke Isusove u tom otajstvu na poseban na in govori ikona Eleousa. 2z h9<hCJOJQJ^JaJhy4DhrhrCJaJh CJaJhACJaJh_uCJaJ 61h:pEBP. A!"#$% -s666666666vvvvvvvvv666666>666666666666666666666666666666666666666666666666hH6666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666662 0@P`p2( 0@P`p 0@P`p 0@P`p 0@P`p 0@P`p 0@P`p8XV~ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@ 0@_HmHnHsHtH@`@ NormalCJ_HaJmHsHtHVV Naslov 1$dh@&`5KH \^JaJ >> Naslov 2$$@&a$6]XX Naslov 3$<@&5CJOJPJQJ\^JaJ>A`> Zadani font odlomkaZiZ 0Obi na tablica :V 44 la .k . 0 Bez popisa >> 0 Tekst fusnoteCJaJ>& > 0Referenca fusnoteH*:@: %0 Zaglavlje  p#2)@!2  Broj straniceP*`1P Referenca krajnje biljeakeH*~TB~  Blok teksta?$5d-D1$7$8$H$M ]^5a$ B*aJphZCRZ Uvu eno tijelo teksta$dh`a$Rb #Tijelo teksta - uvlaka 2, uvlaka 2'$dh-DM `a$ B*aJph<Br<  Tijelo teksta$a$<<  q0Tekst fusnote CharT/T  qUvu eno tijelo teksta CharCJaJP/P  Naslov 3 Char5CJOJPJQJ\^JaJ@>@ Naslov$`a$ 5CJ(\</<  Naslov Char5CJ(\aJ/ i0stBOB q,apple-converted-space4U`4 s^0 Hiperveza >*ph8 @8 !}B0Podno~je p#:/: }B0 Podno~je CharCJaJF^@"F d0Standard (Web)"dd[$\$N2N $Xi0Tekst balon ia#CJOJQJ^JaJT/AT #Xi0Tekst balon ia CharCJOJQJ^JaJ</Q< d\50Zaglavlje CharCJaJN!aN 70Neupadljivo isticanje 6]ph@@@0X`q0 7@ Istaknuto6]0W 0 we` Naglaaeno5\DJD *&x Podnaslov)$<@&a$OJQJD/D )&xPodnaslov CharCJOJQJaJP+@P ,;0Tekst krajnje biljeake+CJaJNN +;0Tekst krajnje biljeake CharPK![Content_Types].xmlN0EH-J@%ǎǢ|ș$زULTB l,3;rØJB+$G]7O٭V@Z5X6Lb7}_dW(m,@)$vb'h Ji7C10\*O]4k !ᣄD_x<|~GN:2x[|W㹎~K;V ˯o>x;A:|H"̝kع"X $og1 -Y,{"4" N@blAxFp1a5 W\Zxj<븛Pl7 Mq#c[Vw#d0&¹C"֐ ɁQM++$,l!Flo;Fm# wCL0^Fs"!=$B")16 WKU{"2 6{1eA ; qc?Pȹ ;D~bYL7%׭˓KK 2m$"zg)G߄溹JAOBQoֵƺR9n%3B;~fP;\ny+H,2K"WADNJ+JCrܒk7rt3x2#]N§ZaU,-='7_/ ?4c3s![ZcdWj(Gtb•tԷ<ڷlP-$Y#<yH9liꙆȮiW1ceXٚjb4çҽ.֭ͥ.go4j j KFޱ\)ޤIh_[][#:?حW- MJiuM ]x ; 1 !'(,135T99(FNCV"_dhi[j.rz 8o; 2 _ q!)O@ 66RRRU B/?JuW&g{sVQSUWXY[]_abdeghm1 '>Sc@zRTVZ\^`cf 026LNU!T!! zh1XX@ @H 0(  0(  B S  ?alwxyFSow}FKFKFMFIBHFK|~=DFJT\bl/   -.F;?FHcmFHFJ}FJ FSnr%4FI9=F[+4FP FM^kFNFRFKFLFSZlFK,-08=@FIZ`ekF P !!F!I!F"K"n"v""" ## #"#$#/#>#E#######>$A$z$|$$$$$$$$$>%E%o%x%y%%%%%%%&>&I&''='B'O'Q'''''''''/(4(((((()))7)K)****5*@*J*P*_*g*+ +5+;+z+~+++++,,--. ./!/001040111122~223383;33333445"55566'6+677&7)7{77777788v8w888T9Y999::;;";';<<l=m====?-??????@ AAArABB-FFFFFGTGYGGHHHHIKIKK#K$K0KLLMNNNNN.NMN_NeNlNrN{N#O=OSOuO+P QRQUQRRS T UVGVMVOVkVtV{VVVVW WTWVWWXXHXIXNXYYZZ[[h[k[n[[[[[.^_&_+_._p___`aac7c:cHcc d1dmdddddddddddeeeaeffh hhhiiiii#iHiTiiij jZj`jkklllmm m\mmnopipqr,r/r2r4r?rBrrrrrs ssssssstttt!t(t2t:t@tGtPtXtttuuv v"v#vvvvvwwwwxx~xxyyz zz%z+z-zzzzzzzzzzz{{{.{0{I{K{U{X{U|h|y||U}W}}}U~[~UaUZǀˀр +4JZkmҁԁՁׁPSPYP[4CP`PRņ̆  PRWY_ao{Çȇʇ̇Շ0;IQ]_`cfios|~҈ۈ݈ !ORTWoq~ !̍Žێ "()/<=e}Ïɏˏ֏ڏ ">AFHLV_flnoq{R]oёӑՑّڑŒǓJWFOΕ֖ٖ `cwx/ 2 > .} %&Z[ ! !Z%[%++,,0010&6'6k=m==K!KMNxQ{QJXYYg[[[aa9bBbdYeZegghhl4r?rBrttzzzzzzzzzz{{{T|W|||WZ47ÇNQ{~Ȏˎ؎ێ=@ÏEHkn\_ڑܑЕѕ333333w2 ? ;;,-""""&&&''''(((()****+++++,,,,,,1133v8w8::m== A AKKKKLLNN_N_NRQxQRRSS U UTWWh[j[.^.^]jjmmipip4rBr"v#v~xxzzzzzzzzzzzzzzzzz{{{.{/{I{J{Āŀ _bklmmԁ_`opȇ̇QT]^_gos OPTUWWt΍5@Nɏʏ>AHKTTU_op{V]ёёґՑڑx;zzzz{ _bklmmԁ_`opȇ̇QT]^_gos OPTUWWt΍5@Nɏʏ>AHKTTU_op{VёёґՑڑ `+N^\"@"_L6+"pԔEr3BbG4ODA[.V@$Db)( ZeXFjwFaMm*^u*h^`OJQJo(hHh^`OJ QJ ^J o(hHoh^`OJ QJ o(hHhp^p`OJQJo(hHh@^@`OJ QJ ^J o(hHoh ^ `OJ QJ o(hHh"^"`OJQJo(hHh%^%`OJ QJ ^J o(hHoh(^(`OJ QJ o(hHh^`OJQJo(hHh`^``OJ QJ ^J o(hHoh0^0`OJ QJ o(hHh^`OJQJo(hHh^`OJ QJ ^J o(hHoh^`OJ QJ o(hHhp!^p!`OJQJo(hHh@$^@$`OJ QJ ^J o(hHoh'^'`OJ QJ o(hHh h^h`hH.h 8^8`hH.h L^`LhH.h  ^ `hH.h  ^ `hH.h xL^x`LhH.h H^H`hH.h ^`hH.h L^`LhH.@ OJQJo(.h^h`o(.^`o(..0^`0o(...$0^$`0o(.... ^`o( .....  ^ `o( ...... H `^H ``o(....... d `^d ``o(........ ^`o(.........^`o(. T^T`hH. $L^$`LhH.  ^ `hH.  ^ `hH. L^`LhH. d^d`hH. 4^4`hH. L^`LhH.^`o(. ^`hH. pL^p`LhH. @ ^@ `hH. ^`hH. L^`LhH. ^`hH. ^`hH. PL^P`LhH.h^h`o(.^`o(..0^`0o(...$0^$`0o(.... ^`o( .....  ^ `o( ...... H `^H ``o(....... d `^d ``o(........ ^`o(......... ^`hH. e^e`hH. 5 L^5 `LhH. ^`hH. ^`hH. L^`LhH. u^u`hH. E^E`hH. L^`LhH.^`o(. T^T`hH. $L^$`LhH.  ^ `hH.  ^ `hH. L^`LhH. d^d`hH. 4^4`hH. L^`LhH.h ^`hH.h ^`hH.h pL^p`LhH.h @ ^@ `hH.h ^`hH.h L^`LhH.h ^`hH.h ^`hH.h PL^P`LhH.h ^`hH.h ^`hH.h pL^p`LhH.h @ ^@ `hH.h ^`hH.h L^`LhH.h ^`hH.h ^`hH.h PL^P`LhH. +"G4OA[.V Ze @N^`FjEr3BDbaMm^upQRwmTWp2V2rXf DpM[Yfc.&!8x}K}s ;!= l0 Fkw'Nlddyd!D!f|Ug2GgUs.huGj1kwn1!u+rVr<:sSE1,,,c_s1!u\P    IZYw8w ]ynzIZYw     {||nz<<<xx}K}Bj4J5c rMlq]_uM,$9<"Dvn 8 M   r 7!,G_Rj4 :BU_}7c> Os^&i2tI9;iryJ{vU\&2*3bh(Bfy  ,  `!="<#P~#$ $D$T$% %]&%e%9$' W(Y)S*+q,-9-{. /i0M0 111b51]122r!2u4C4d\546,7^7~7<9G:k; <KE<+i<9= =9>A>Ec>|>L??'8@D@E@I@bnAz{ABBbB}Ba/Dy4D\|D9>E+GEiE FCFcFG`GWGHWH^H_%I):IJJlQJM"NP(N:NBNJOWOjZODPGP Q#Q"Q#QSSTj)T U=W XlXAY\ZW["\Y\b]l])_ _+_=-`ma=(bCc2d,dwef fh%Ih}\hXijBjejoZk,l,6l0Il8mMmlm oyoyoHpq)q7rirlrq t!"tf:u,=vHOv vv;~v&xyQyTyL}G}o~y~WaW+6 [nEUB{ ";}-x fO%_I(4$7Cpg1>O;7aJ`pwt[Ez2hrp`[_"%S=)+ ~Uzz0L1;@@)aZ_ /3N5)=fd/b&N wz\gngp+S`3/i, ^O80;Lac4CrC'h2^i-;@ddi!E }*.$EHAC4Bv*_7F}]O<|~ie. >dF@C[ X93":#i7<q9Ne>WHmq-Ob1 *BwPPg{zz@@ܑܓܔѕp@ppppUnknown G.[x Times New Roman5Symbol3. .Cx ArialK MyriadPro-Regular7. [ @Verdana5. .[`)Tahoma7@Cambria9. . Segoe UIC.,*{$ Calibri Light?= .Cx Courier New;WingdingsA$BCambria Math"q a'a'BDFgg @ O20z 3QKP $P\2! xx VGKorisnik<         Oh+'0h   $ 0 <HPX`VGNormal Korisnik4Microsoft Office Word@F#@@l۫%@% g ՜.+,D՜.+,L hp  asdfg@z  NaslovTitle< 8@ _PID_HLINKSA UGahttp://www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'iconaUGahttp://www.clarissesantagata.it/archivioiconeteologia/ilsignificatoteologicoedesteticodell'icona  !"#$%&'()*+,-./0123456789:;<=>?@ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ[\]^_`abcdefghijklmnpqrstuvwxyz{|}~Root Entry F%1TableorWordDocument 8SummaryInformation(DocumentSummaryInformation8MsoDataStore0 %S%N4AU44M2YQRQ==20 %S%Item PropertiesUCompObj }   F+Dokument programa Microsoft Word 97 2003 MSWordDocWord.Document.89q