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La poesia salva il dialetto
La poesia salva il dialetto // Panorama : rivista quindicinale, 54 (2005), 18; 38-40 (podatak o recenziji nije dostupan, članak, stručni)
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Naslov
La poesia salva il dialetto
(The poetry saves the dialect.)
Autori
Olujić, Elis
Izvornik
Panorama : rivista quindicinale (0475-6401) 54
(2005), 18;
38-40
Vrsta, podvrsta i kategorija rada
Radovi u časopisima, članak, stručni
Ključne riječi
Istrioto; poesia dialettale; Lidia Delton; Dignano d'Istra; Istro-qurnerino
(Local dialect)
Sažetak
Il nome di Lidia Delton s'iscrive nella mappa della lirica dialettale istro-quarnerina. Cantore dell'anima dignanese in una lirica sempre appassionata che costituisce anche la testimonianza della conquista di una lingua, di un'identita' e di una tradizione artistica, l'autrice e' presente ormai da anni sulla scena letteraria istro-quarnerina. Il libro Granai de pulvaro (Granelli di polvere) comprende una sessantina di liriche scritte nella variante dignanese dell'istrioto con a lato la traduzione in lingua, ed e' arricchito da due racconti: Addio alle radici e L'erede. Diviso in cinque sezioni, il volume e' un viaggio dentro un universo di affetti primari, i propri cari, l'infanzia ormai lontana, il rapporto delicatissimo e commovente con il compagno di vita, e' l'affresco di una natura capace ancora di generare stupori: e' insomma un libro d'amore, in cui la riflessione sui propri sentimenti piu' profondi e intimi si accompagna ad una sorta di bilancio e di verifica su di sé, sui propri percorsi. Ricco di immagini a sfondi domestici, l'ampio canzoniere incentrato nel minuscolo e insieme ricchissimo microcosmo dignanese, pone in evidenza il percorso e la ricerca coerente dell'autrice, che conferma la cordialita' della sua voce e la fedelta' alla tradizione personale delle predilezioni e della mitografia concreta del luogo delle origini, quella Dignano che gode lo splendido privilegio d'essere uno dei luoghi piu' "letterari" dell'Istro-quarnerino. Referente reale e poetico, Dignano e' dunque anche in questa silloge lo spazio fisico-geografico naturale dell'autrice, un approdo sicuro, ospitale e generoso, un osservatorio ideale da cui scrutare la realta'. Il gusto per l'osservazione della natura, della vita contadina, della campagna con abitudini e tradizioni che si fissano in alcuni fotogrammi di particolare nitore figurativo, il forte sentimento per i valori e i legami familiari, per le cose da cui trarre fiducia e garanzia, si fondono nelle poesie piu' belle della raccolta che offrono la visione di una societa' ridotta a cellula primordiale: Al riturno de 'l couco (Il ritorno del cuculo), La canteina (La cantina), I anzoli (Gli angeli), Sugna' (Sognare), Le rondene (Le rondini), La vizeija (La vigilia), Al peisighein (Il pizzichio), San Biazo (San Biagio), I zughi (I giochi).
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