аЯрЁБс>ўџ BDўџџџAџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџьЅСq`№П+>bjbjqPqP .@::ž#џџџџџџЄЄЄЄЄЄЄЄИ|||| И;ъЈЈЈЈЈЈЈЈNPPPPPP$% h `tЄЈЈЈЈЈtЄЄЈЈѕўўўЈ„ЄЈЄЈNўЈNўўЄЄўЈœ p“4ЧИDХ|,jўN 0;ўэ –Rэ ўэ ЄўPЈЈўЈЈЈЈЈttшЈЈЈ;ЈЈЈЈИИИФ|ИИИ|ИИИЄЄЄЄЄЄџџџџ  Zagreb, 12. 11. 2003. I lazzaretti di Dubrovnik Zdenka Janekovi Rіmer Sotto l'influenza del cristianesimo e della Bibbia, la medicina medievale cominciђ ad abbandonare lentamente la teoria dei miasmi e abbracciђ il concetto di contagio, del passaggio della malattia dall'infetto al sano. Durante l'intero Medio Evo la credenza che la peste si diffondesse per mezzo dell'aria impestata, per venti malefici o influssi planetari, non si era persa del tutto. Perђ, grazie anche all'esperienza diretta, la convinzione che si potesse contrarre il contagio cominciђ a penetrare nella medicina e nella legislazione, e cosь sorsero le prime misure di profilassi. Giр nel 1348, all'epoca dell'epidemia di peste, il governo raguseo attuђ alcune misure di profilassi; oltre alle processioni, opere pie, voti collettivi, preghiere e digiuni, che dovevano placare l'ira divina, i ragusei cercarono salvezza nella fuga, negli incensamenti, nelle fumigazioni, bruciando gli oggetti e le case infette, spargendo le tombe di calce viva, nonchщ controllando i viaggiatori che provenivano per terra e per mare. I ragusei non volevano chiudere il porto e fermare il traffico delle merci, come fecero alcune altre cittр; optarono invece per una soluzione che rallentava il traffico mercantile, ma non lo fermava del tutto. Il Maggior Consiglio emanђ nel 1377 la legge sulle misure d'isolamento dei persone, animali e merci provenienti da paesi infetti, onde fermare l'epidemia1. Con questa prima applicazione della quarantena, Ragusa conquistђ un posto importante nella storia della medicina europea. Il Governo prevedeva la quarantena in due luoghi distinti, l'isola di Mercana (Mrkan), che serviva per l'isolamento dei marinai e dei viaggiatori pervenuti con le navi, mentre quelli giunti con le carovane di terraferma rimanevano nella cittadina di Ragusavecchia (Cavtat). La prima quarantena non era molto confortevole, i viaggiatori erano sistemati in baracche di legno che, quando scemava l'epidemia, venivano bruciate per non lasciare alcun residuo. La quarantena sull'isola di Mercana fu abolita nel 1482. Nel 1397 il vecchio convento sull'isola di Meleda (Mljet) fu trasformato in lazzaretto. Allora le misure contro la peste diventarono piљ severe e furono nominati degli officiales cazamortuorum che perlustravano i confini, controllavano i documenti dei viaggiatori, stabilivano il periodo d'isolamento, organizzavano la vita nel lazzaretto e punivano i trasgressori delle norme sanitarie. Nella seconda decade del Quattrocento vengono menzionati i lazzaretti sulle isole Elafiti, su Bobara e sullo scoglio di San Pietro (Supetar). Si avvertiva perђ anche la necessitр di proteggersi dalle infezioni provenienti dalla terraferma, dal Nord, perciђ nel 1436 alcune case al di fuori della Porta Pila furono trasformate in lazzaretto. Nel 1457 iniziђ la costruzione del lazzaretto a Danze (Dan e). I viaggiatori che vi erano ospitati ricevevano sostentamento dal Governo e avevano a disposizione un sacerdote, un medico, un barbiere e la servitљ. L'ampio edificio era circondato da un muro alto due metri con la porta che doveva essere chiusa a chiave. Successivamente l'edificio fu rialzato di un piano e gli fu annesso un sepolcro per i morti di peste. Questo lazzaretto ш rimasto in funzione per tutto il Cinquecento. I suoi resti sono visibili ancora oggi. Nel XVI secolo ш stato costruito un lazzaretto a Castel di quel mar (Mali Ston), con due case piuttosto grandi circondate da mura alte tre metri. C'era anche un confino sull'isolotto antistante Stagno (Ston). I lazzaretti situati nella parte occidentale di Ragusa e sulle isole erano inadeguati per coloro che scendevano dalle navi, come pure erano inadeguati per quelli che giungevano dallЙentroterra balcanico e dalla Turchia. Di conseguenza si diede inizio alla costruzione di un lazzaretto nella parte orientale della cittр, a Plozze, dove si trovava il porto di Ragusa, nelle cui vicinanze sboccava la grande via di comunicazione che da Costantinopoli giungeva attraverso la penisola balcanica. Era il punto in cui le merci venivano caricate, scaricate e scambiate, perciђ dal punto di vista commerciale era il luogo piљ adatto a un lazzaretto. Giр nel 1517 vengono menzionate le casette per i confinati a Plozze. Nel 1523 furono effettuati alcuni lavori di costruzione, ma nel 1534 il senato abbandonђ il progetto e decise di edificare un lazzaretto sull'isolotto di Lacroma (Lokrum), di fronte al porto di Ragusa. L'ampio edificio quadrangolare con doppie mura, con delle stanze e la fontana, fu completato nel 1596 ed ш rimasto in funzione fino al 1691. Il governo raguseo optђ per questa ubicazione temendo i rischi che potevano derivare da un lazzaretto eretto vicino alle mura cittadine. Perђ questa soluzione frenava gli scambi commerciali e nel 1590 si decise di costruire il lazzaretto a Plozze. Prima furono erette tre navate; nel 1624 altre due un po' piљ corte, cosь che il lazzaretto tutt'oggi conserva cinque navate. Era prevista anche un'ala in direzione delle mura cittadine, ma attorno alla metр del XVII secolo il senato decise che lo spazio edificato fosse sufficiente. Il lazzaretto con le mura e il porto costituiva un complesso organico sia dal punto di vista estetico sia funzionale. Alle spalle del lazzaretto si trovava il cosiddetto Tabor, uno spazio recintato per le carovane provenienti dalla Turchia. Nel piano inferiore del lazzaretto cЙerano i magazzini per le merci scaricate dalle navi e nella parte sovrastante si trovavano gli alloggi per i commercianti e i viaggiatori. Ognuna delle cinque ampie navate era affiancata da larghi porticati che poggiavano su arcate monumentali, da ogni navata scendeva una grande scalinata verso una corte chiusa (denominata bajafer dal turco). Tutte le navate erano scoperte in mezzo. Nel 1664 il lazzaretto fu visitato e descritto dallo storiografo turco Evlia Celebi. Egli annota che vi si trovavano delle belle stanze, cucine, stalle, alloggi per la scorta e per i soldati, nonchщ magazzini per la merce. Parla di personale cortese, soggiorno confortevole, ma anche di severe misure di sorveglianza. Infatti, grazie a questo lazzaretto, le epidemie di peste scomparirono. I lazzaretti non rappresentavano solo un'istituzione sanitaria, essi erano anche un luogo di commercio, servivano per lo scarico e il carico delle merci trasportate dalle carovane e dalle navi, e testimoniano l'importanza e la portata dei commerci, nonchщ la politica economica di Ragusa. Oggi i lazzaretti sono sedi di associazioni culturali  vi opera il ЋLaboratorio artistico LazzarettiЛ (Art radionica Lazareti)  e accolgono numerose manifestazioni artistiche e culturali in genere. I lazzaretti, quali centri culturali internazionali, continuano ad essere un punto di confluenza per i viaggiatori. 1 Ћ... tam nostrates quam advene venientes de locis pestiferis non recipiantur in Ragusium nec ad eius districtum nisi steterint prius ad purgandum se in Mercana seu in civitate veteri per unum mensem.Л Liber viridis. (ed. B. Nedeljkovi) Beograd: SANU, Zbornik za istoriju, jezik i knji~evnost, vol. XXIII, 1984: c.49: 23. Bibliografia Annales Ragusini Anonymi item Nicolai de Ragnina. Monumenta spectantia historiam Slavorum Meridionalium, vol. XIV, Scriptores I, a cura di N. Nodilo. Zagreb: JAZU: 1883. V. Bazala, Pomorski lazareti u starom Dubrovniku, in Zbornik Dubrova ko pomorstvo Dubrovnik: Odbor za proslavu sto godina Nauti ke akole,1952, pp. 293-308. E. 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Marco, 1574 [?] Biblioteca Nazionale Marciana, Rari V. 244 Il lazzaretto di Dubrovnik, Il lazzaretto presso la porta di Plozze Le mura del lazzaretto dell'isola di Lacroma (Lokrum) Pianta del lazzaretto di Dubrovnik ,1hА‚. АЦA!А‰"А‰#‰$‰%ААФАФ Ф†œ@@ёџ@ NormalCJ_HaJmHsHtHDAђџЁD Default Paragraph FontRiѓџГR  Table Normalі4ж l4жaі (kєџС(No Listž#@џџџџ #˜0€€˜0€€˜0€€˜0€€˜0€€˜0€€$+>+>+>ST/0wxуфЅІАБYZVWЋЌmn™šЛМ  RSR S р с Z [ \ \ Ќ ­ Ц Ч =>{|78_`’“bc_#`# #Е Ж 9:—™ноV!Z!б"в"# #  J Ћ ъ ds #  #х -dгfAiS“_4weJ\fJCvI!}tƒэH•-$œВiЃі<тŒYљџ@€аŒ| ggggg s!ž#00@00,@0&0(04060p@0x@џџUnknownџџџџџџџџџџџџGю‡z €џTimes New Roman5€Symbol3&ю ‡z €џArial3ю‡z €џTimes"1ˆ№ФЉkT{&•š”F™[{F PN@PN@$№ЅРДДr4Œ#Œ#2ƒ№HX)№џ?тџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџэH•2џџI lazzaretti di Dubrovnik..ўџр…ŸђљOhЋ‘+'Гй0Œ˜ Фамшє  < H T `lt|„тI lazzaretti di Dubrovnik.Normal.10Microsoft Office Word@ьКƒ@v'гNЈУ@кХQЁЇУ@~чЗИDХPNўџеЭеœ.“—+,љЎ0 hp|„Œ” œЄЌД М тт.@Œ#ц I lazzaretti di Dubrovnik Title  ўџџџ"#$%&'(ўџџџ*+,-./0ўџџџ2345678ўџџџ:;<=>?@ўџџџ§џџџCўџџџўџџџўџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџRoot Entryџџџџџџџџ РFp7ЧИDХE€Data џџџџџџџџџџџџ!1Tableџџџџ)WordDocumentџџџџ.@SummaryInformation(џџџџџџџџџџџџ1DocumentSummaryInformation8џџџџџџџџ9CompObjџџџџџџџџџџџџqџџџџџџџџџџџџўџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџўџ џџџџ РFMicrosoft Office Word Document MSWordDocWord.Document.8є9Вq