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Tali domande s'impongono poiche e evidente che la musica polifonica tardomedievale (scritta per lo piu per due o per tre voci), registrata nei manoscritti liturgici latini provenienti da questo territorio no ha alcun rapporto diretto con le raccolte polifoniche pubblicate dai compositori cinquecenteschi. Nemmeno le rare composizioni polifoniche il lingua croata - la prima e il bicinio a due voci in forma di rondello Evo je prišal nam bladi dan (Ecco che viene il dolce giorno), annotato a Starigrad nell'isola di Hvar nella seconda meta del Quattrocento - in alcun modo pregiudicano la successiva polifonia sacra. A quanto pare, l'evoluta e raffinata polifonia rinascimentale arrivo sula costa orientale dell'Adriatico grazie a stimoli esterni. Ma questi stimoli furono entro breve tempo propri dalle necessita e dal gusto locali. Le composizioni polifoniche destinate all'ambiente istriano e dalmata e alla Repubblica di Dubrovnik non sono numerose pero abbastanza varie. 1) La polifonia profana Le composizioni di polifonia profana sono relativamente poche sopratutto se raffrontate alla mole di dati che ci giungono dai documenti d'archivio e dalle opere leterarie. Acceniamo gli piu importanti monumenti musicali del Cinquecento irole", poi Cortesia mi perdoni dedicato "Al Magnifico et Reverendo Messer Giulio Tetrico di Zara" e infine la Canzon se mai fra donne e cavalieri con la dedica "Al Reverendo et Virtuoso Pre Simone Budineo di Zara". Dalla dedica nel terzo libro di madrigali apprendiamo che Martoretta, dopo ili ritorno dalla Terrasanta si tratenne a Cipro dove fu ospitato dal nobiluomo Pietro Singilitico ("... al ritorno mio di terra santa, non solo amorevolissimamente in casa sua m'accolse, et nel tempo che in Cipri appresso lei stato sono..."). Durante il viaggio conobbe forse qualcuno dei "Signori" ai quali dedico questi madrigali. Giovanni Antonio Panthera "da Cittanova, canonico ed arciprete della catedrale di Parenzo" e noto come autore dell'opera La monarchia del nostro Signore Gesu Christo (Venezia 1548).  Scrisse anche poesie che furono musicate dal Martoretta. "Pre Colenda" probabilmente era Vladislav Kolenda (Kolendiц), sacerdote e uno dei dieci cantanti del coro della chiesa di San Biagio a Dubrovnik.  Su Guilio Tetrico no abbiamo dati, sappiamo soltanto che proveniva dalla nota e influente famiglia nobiliare Detrico di Zara.  Il zaratino "Simone Budinedo", Šime Budiniц, sacerdote e segratario degli arcivescovi di Zara, era sostenitore delle idee controriformiste e insigne traduttore (Pokorni i ini psalmi Davidovi - Salmi di Davide penitenziali e altri, Roma 1582).  I madrigali che gli dedico Martoretta confermano il suo interesse oper la poesia amorosa e satirica. Insomma, e dificile trovare un legame tra Panthera, Detrico, Kolendiц e Budiniц e capire perche proprio loro furono i destinatori delle raccolte madrigalesche di Martoretta. Comunque, queste raccolte anticipano l'interesse che i compositori italiani della seconda meta del Sinquecento e del Seicento avrebbero manifestato verso i loro conoscenti, amici e mecenati, eventuali ed effettivi, in Istria, in Dalmazia e nela Repubblica di Dubrovnik. La presenza della poesia di G. A. Panthera le raccolte di Martoretta mostra che dalla costa orientale sporadicamente proveniva anche la poesia (naturalmente, in lingua italiana), rendendo piu vario il repertorio poetico delle stampe musicali veneziane. Nicolo Toscano, dopo aver lasciato la nativa Sicilia, errivo a Capodistria verso il 1584 e vi rimase piu di dieci anni. La sua raccolta Canzonette di Nicolo Toscano da Trapani, Maestro di Cappella del Duomo di Capodistria, Libro primo a Quattro voci (Venezia 1584) fu il frutto della sua esperienza capodistriana. Una ventina di canzonette, studiate recentamente da I. Cavallini, sono dedicate "Al'illustre Signor Gioan Nicolo Gravise", membro della Accademia Palladia di Capodistria e partecipe delle discusioni sull'arte musicale. Cavalini richiama l'attenzione sulla raccolta Canzonette a quattro voci di Mathia Ferrabosco da Bologna servitore del sereniss. arciduca Carlo d'Austria (Venezia 1585), che mostra alcune attivita stilistiche con le canzonette di Toscano e che fu dedicata a Giovanni Khisl "(...) capitano da Postoima, Supremo Maestro di Caccia del Cragno, et della Marca di Schiavonia, Gran Scudiero del Contado di Goritia". Tre decenni piu tardi Tomaso Cecchini "Veronese" stampo la raccolta di madrigali e canzonette Madrigali et canzonette a tre voci con il suo basso continuo per sonare (Venezia 1617), dedicandola ai musicisti dalmati. Le raccolte di Toscano e di Cecchini contengono le prime canzonette stampate, destinate all'ambiente musicale istriano e dalmata. Esse attestano in forma definitiva e stampata un linguaggio musicale che in queste aree era gia ampiamente diffuso.  Mentre le raccolte di Martoretta e di Toscano sono l'esempio del trapianto breve e provvisorio di certi modelli di polifonia secolare nell'area istriana e dalmata, la raccolta di Gabrielo Puliti Baci ardenti, Secondo libro de'Madrigali a cinque voci (...) Al Sereniss. Prencipe Ferdinando Arciduca d'Austria (Venezia 1609) insice in maniera assai piu profonda (il primo libro dei madrigali fu smarito, e nel 1604 venne registrato nel catalogo di Giunta con il titolo Pastorali a 5).  Con la raccolta del 1609 Puliti stava appena consolidato il suo status di "organista nel duomo della molto illustre citta di Capo d'Istria". Il cromatismo discreto e la melodia acctivante ricordano Marenzio, mentre il senso della simmetria e le struture armoniche talvolta insolite rimandano ai madrigali di Monteverdi. La maggior parte di Baci ardenti e scritta su testi legati dal motivo dei baci, derivato piu o meno letteramente da La lita di Giambattista Marino. Ignoriamo come fu accolta la raccolta dei madrigali di Puliti alla Corte degli Asbirgo, ne sappiamo nulla di piu preciso sul recepimento di altre sue opere fuori dell'ambiente istriano. Tra i compositori attivi in Istria, in Dalmazia e nella Repubblica di Dubrovnik pare che ben pochi ebbero fama internazionale come Tomaso Cecchini. 2) Polifonia sacra: le prospettive compositive di Tomaso Cecchini Le composizioni spirituali di Cecchini, pubblicate parte in raccolte e parte in antologie, si sono conservate in numero sufficiente per poter osservarne la continuita evolutiva. Per piu di venti anni, dai Canti spirituali a una, due et tre voci (...) opera terza (Venezia 1613) fino ai smarriti Motteti a una voce sola (...) opera XXVII del 1635, che sono una delle sue ultime opere, la scrittura musicale di Cecchini si sviluppava gradualmente, si arricchiva di esperienza, si adattava all'ambiente musicane nel quale era creata. Il nonconformismo compositivo rappresentato nella seconda meta del Cinquecento da G. Schiavetti e L. Courtoys (il Vecchio), agli inizi del Seicento sia in Istria sia in Dalmazia e sopratutto nel territorio di Dubrovnik, era definitivamente tramontato. Il lungo periodo di esaurimento materiale e spirituale costrinse le autorita ecclesiastiche a chiedere e aspetarsi dai musicisti opere prive del virtuosismo e dello sfarzo barocchi. Una graduale rinuncia ai segni esteriori della seconda prattica e evidente in tutto il corpus delle composizioni scritte nei primi decenni del Seicento in Dalmazia. Proprio l'opus di Cecchini e indicativo della linea evolutiva dalla produzione musicale dalmata del primo barocco. A tale riguardo sono significativi gia alcuni suoi Canti spirituali del 1613, ad esempio Vergine benedetta, la cui fattura ritmica ricorda le canzonette secolari. Ma cio che nelle racolte precedenti possiamo soltanto intuire, nel'opera undicesima vienne espresso molto chiaramente. Le Otto messe brevi, facili et ariose (Venezia 1617) mostrano come il compositore si adeguasse alle ristrette possibilita musicali sulle quali poteva contare come "Maestro di Capella nel Duomo di Lesina" (Hvar). Questa raccolta di Cecchini fu attentamente analizzata da B. Bujiц: "Prima pratttica e seconda prattica, termini che scrivendo in difesa della musica del suo tempo per primo uso Giulio Cesare Monteverdi, non rappresentano nemmeno presso Monteverdi due principi del tutto contrari, e nelle messe di Cecchini dimostrano i vantaggi del loro combinarsi all'interno di una composizione cicclica piu lunga. Nell'ambito della raccolta di Cecchini del 1617, il termine seconda prattica va inteso almeno in parte in un senso piu specifico (...) l'apparato esecutorio che aveva a disposizione, probabilmente ha influito su alcuni elementi essenziali delle messe di Cecchini: la melodicita pronunciata e l'ambito relativamente ristretto delle singole seste. All'interno di questi limiti non gli rimanevano molte possibilita di sottolineare le figure melodiche espressive, fedeli allo spirito del primo barocco (...) Percio la raccolta di Cecchini non esaurisce il proprio significato entro i limiti del primo barocco musicale dalmata, bensi si inserisce a pieno diritto nel corso evolutivo della messa da capella dei primi deceni del Seicento."  Le conclusioni di Bujiц relativamente alle messe del 1617 si possono estendere anche a raccolte posteriori (Il terzo libro delle messe ariose a tre, quattro, cinque et otto voci con alcuni salmi intieri per il vespero, op. 19, Venezia 1624; Missae tribus, quatuor, quinque, et octo vocibus, op. 22, Venezia 1627; Cinque messe a due voci accomodate in modo, che da ogni sorte di voce diuersamente possono esser cantate, con li suoi auertimenti, Et vinti due motetti a voce sola (...), Con otto sonate per gl'Istrumenti Bassi & Soprani; & con la Partitura, op. 23, Venezia 1628), considerate fino a poco tempo fa disperse durante la seconda guerra mondiale, e ritrovate di recente. Tuttavia, alle pedanti analisi stilistiche di Bujiц va aggiunto anche il piu contesto sociale, senza il quale e difficile spiegare alcuni fenomeni propri della composizione di Cecchini. Non c'e dubbio che l'apparato esecutorio influisse su alcuni elementi essenziali delle messe e di altre composizioni spirituali e secolari di Cecchini, ma le possibilita limitate dei complessi musicali della cattedrale di Spalato (Split), ovvero qualla di Lesina, non erano certamente i soli elementi che concorrevano a limitare e determinare il suo repertorio compositivo. 3) Un conflitto apparentemente solo ecclesiastico: de Dominis - Ponzoni Cecchini arrivo a Spalato per la prima volta nel 1603, in qualita di organista e successivamente di compositore, probabilmente su invito dell'arcivescovo Marcantonio de Dominis. De Dominis fu promotore della riforma ecclesiastica nella diocesi di Spalato, e di un'attivita culturale e musicale piu dinamica e vivace in quell'area. Ma oltre alla vasta e molteplice attivita, il nome di de Dominis - arcivescovo, erudita intelletuale e scienziato di fama internazionale (fisico, matematico, storico della chiesa e teologo) - e legato anche a uno dei momenti piu critici della vita ecclesiastica posttridentina sulla costa croata. Le perturbazioni che durante il primo e il secondo decenio del Seicento agitavano la diocesi di Spalato si riflerrevano anche sulla vita musicale in tutta la Dalmazia centrale. Questi eventi burrascosi che sconvolsero i circoli ecclesiastici, toccarono in maniera piu o meno diretta anche i principali musicisti di Spalato di quell'epoca, Ivan Lukaшiц e Tomaso Cecchini. L'amicizia di Cecchini con i membri della famiglia Capogrosso di Spalato (ai quali dedico Amorosi concetti (...) libro primo, Venezia 1612, menziandoli nella prefazione della raccolta Amorosi concetti (...) terzo libro, Venezia 1616) a quanti pare non fu bene accolta nei circoli ecclesiastici.  Gia nel 1614 Cecchini lascio Spalato e si trasferi nella piu piccola Hvar, a quall'epoca inferiore dal punto di vista musicale. Quasi contemporaneamente i superiori della provincia francescana Dalmatiae, Istriae et Epyri incominciarono a preparare il terreno per il ritorno di Lukaшiц dall'Italia e il suo impiego a Spalato; in effeti cercavano di trovare un degno sostituto per Cecchini. Infatti, la partenza di Cecchini e l'arrivo di Lukaшiц nel posto del maestro di cappella della cattedrale spalatense non era un "trasferimento" a soli motivi di ordine artistico. Si trattava della disponibilita e della capacita di questi musicisti di adeguarsi ai bisogni momentanei e ai rapporti somplessi all'interno dell'istituzione ecclesiastica.  I veri terremoti nell'ambiente ecclesiastico spalatino iniziarono gia nel 1606. Quell'anno, dopo che la Serenissima fu colpita dall'interdizione papale, l'arcivescovo de Dominis si schiero apertamente dalla parte della Repubblica contro Roma e pubblico il trattato Dell'autorita legitima et potesta de principi temporali nella far leggi et governar lo stato suo, contra le vane pretensioni della corte romana. In quest'opera viene difesa la sovranita del potere secolare e determinato il limite dei "diriti divini" della Curia Romana. Seguirono anni di accese discussioni e nel 1616, Dominis fu costretto ad abbandonare il territorio della Repubblica di Venezia. L'anno seguente pubblico a un ampio volume di carattere enciclopedico De Republica ecclesiastica libri X (Londra 1617) e nel 1619 provoco uno scandalo pubblicacando l'opera di Sarpi (senza il permesso diquest'ultimo) Historia del Concilio tridentino. Infine si attiro l'odio della Corte papale. Nel 1624 fu catturato dell'Inquisizione e condannato, e dopo il processo (durante il quale mori) fu bruciato insieme ai propri libri nel Campo dei fiori a Roma.  Appartenere alla cerchia di intellettuali e artisti che si raccoglievano nella residenza arcivescovile di de Dominis a Spalato diventava col tempo sempre piu pericoloso. Pare che tra i rappresentanti del clero spalatense, persecutori dei seguaci di de Dominis, si distinse particolarmente Sforza Ponzoni, suo successore alla cattedra episcopale. L'anno 1619 Ponzoni apri un'inchiesta contro Agostino Capogrosso, che fu accusato di propaganda delle idee reformistiche. Gli fu imputato anche di portare sul petto l'immagine del'ex arcivescovo de Dominis. Ad Agostino Capogrosso e ai suoi fratelli - ache ad un altro di essi, Ivan Capogrosso, venne infatti rivolta l'accusa di essere un accesso propugnatore delle idee luterane - Cecchini dedico il primo libro degli Amorosi concetti. Dopo gravi scontri nei circoli ecclesiastici di Spalato e dopo che Cecchini si era gia acclimato all'ambiente di Lesina, l'arcivescovo Sforza Ponzoni invito Ivan Lukaшiц di Sebenico, un nuovo musicista, un autorevole compositore locale, che gia nel 1613 aveva conseguito a Roma il diploma di Magistri musices. Il ritorno di Lukaшiц in patria, dopo lunghi studi in Italia, era stato ben preparato. A Spalato lo aspettavano grandi onori, ma anche compiti difficili. Subito dopop l'arrivo, nel 1620, fu nominato magister cappellae della cattedrale e divenne anche guardiano del piu ricco monastero della citta, il monastero di San Francesco. Inoltre, all'ambiente ecclesiastico e musicale di Spalato si presento con la raccolta Sacrae cantiones (Venezia 1620). La raccolta, come leggiamo sul frontespizio, e dedicata da Giacomo Finetti. Ma l'aggregarsi di Lukaшiц alla corente ecclesiastica ortodossa doveva essere proclamato nella dedica introduttiva che il suo confratello e probabilmente uno dei suoi maestri di musica P. Jacobus Finettus Anconitanus S.D.P. rivolse all' Ill.mo et Rev.mo Domino ac Patrono Colendissimo D. Sforza Ponzonio Archiepiscopo Spalatensi. De Dominis e S. Ponzoni avevano assunto posizioni contrapposte sulla questione della riforma ecclesiastica, erano antagonisti non solo nella vita ecclesiastica ma anche nella vita culturale di Spalato e della Dalmazia.  Le ragioni dell'opposizione del Capitolo di Spalato alle posizioni di de Dominis sulla necessita di una riforma ecclesiastica erano molteplici. In questa sede non possiamo addentrarci nei dettagli. Certamente, uno dei motivi principali del conflitto era anche la superiorita intellettuale di de Dominis, i suoi rapporti con insigni scienzati e uomini autorevoli di tutt'Europa. Gli veniva rinfacciata l'incapacita di comprendere la situazione locale e la scarsa conoscenza delle esigenze del popolo. Matija Alberti (Matuliц), padre del teoretico musicale Giorgio e traduttore in lingua croata del libro di preghiere Oficii B. Marije D (Officio della Beata Maria Vergine) (Venezia 1617), era uno dei piu accanti oppositori di de Dominis. Alberti e i suoi sostenitori gli rimproveravano piu di tutto di trascurare la liturgia in lingua croata. Alla base del conflitto sulla lingua liturgica erano le incertezze sul prototipo da stabilire tra le varie redazioni dei libri liturgici in lingua croata ecclesiastica.  De Dominis era favorevole ai cambiamenti e alle innovazioni mentre il clero che lo contrastava cercava di pietrificare il piu possibile le condizioni preesistenti. Poco tempo dopo aver assunto la carica di arcivescovo di Spalato, de Dominis, durante una visitazione fece sapere che intendeva introdurre cambiamenti anche nella vita ecclesiastica musicale, di professionalizzare l'attivita musicale, di ricostruire l'organo e il coro. D'altra parte il clero della cattedrale, il cui portavoce piu autorevole era S. Ponzoni, preferiva la musica spirituale in lingua croata. Se abbiamo presenti i Canti spirituali (1613) di Cecchini, nei quali la Passione di Cristo e cantata in italiano, nello stile della monodia protobarocca, agli antipodi delle Pisni (Canti) (Viena 1635) di Atanasius Georiceus (Atanazije Grgiшeviц-Jurjeviц), diventa chiaro come i conflitti ecclesiastici ebbero notevoli ripercussioni sulla prassi musicale a Spalato agli inizi del Seicento. Questi conflitti, dapprima limitarono solo alcune liberta compositive, mentre successivamente provocarono l'impoverimento di tutta quanta la vita musicale nella diocesi di Spalato, ed anche nella Dalmazia centrale.  Cfr. B. Bujiц, A Rondelus from Dalmatia, Arti musices ( Spec.issue), 2, 1979, pp. 91-103.  Cfr. D. Plamenac, Music in the 16th and 17th Centuries in Dalmatia, Papers Read by Members of the American Musicological Society 1939, New York 1944, pp. 21-51. V. anche M. Demoviц, Musik und Musiker in der Republik Dubrovnik vom Anfang des 11. Jahrhunderts bis zur Mitte des 17. Jahrhunderts, Zagreb 1981. V. anche il mio studio La cultura musicale in Istria e in Dalmazia nel XVI e XVII secolo. Principali caratteristiche storiche, geopolitiche e culturali, International Review of the Aesthetics and Sociology of Music, 23/2 (1993), pp. 141-152.  Cfr. K. Livljaniц, Madrigali Gian Domenica Martorette, talijanskog skladatelja 16. stoljeцa, posveцeni nekim uglednicima Poreшa, Zadra i Dubrovnika (= "Madrigali di Gian Domenico Martoretta, compositore italiano del Cinquecento, dedicati a certi personaggi di riguardo di Parenzo, Zara e Ragusa"), Arti musices, 22/2 (1981), pp. 207-214. Cfr. anche l'edizione G. D. Martroretta, Il secondo libro di madrigali cromatici a quattro voci (1552), a cura di M. A. Balsano, Firenze, Olschki 1988.  Cfr. P. Stancovich, Biografia degli uomini distinti dell'Istria, Trieste, G, Marenigh Tip. 1829 (ristampa anastatica Trieste, Tip. Moderna 1972), vol. 2, p. 37.  Cfr. M. Demoviц, op. cit., p. 385.  Cfr. s.v. "Detrico", nel Hrvatski biografski leksikon (= "Lessico biografico croato"), Zagreb, Leksikografski zavod "Miroslav Krleža" 1993, vol. 3, pp. 338-340.  Cfr. s.v. "Budiniц, Šime", nel Hrvatski biografski leksikon, cit., vol. 2, pp. 430-432.  Piu dettagliato v. nel S. Graciotti, Per una tipologia del trilinguismo letterario in Dalmazia nei secoli XVI-XVIII, in Barocco in Italia e nei paesi slavi del sud (a cura di V. Branca - S. Graciotti), Firenze, Olschki 1983, pp. 321-346.  Cfr. I. Cavallini, Tradizione colta e influssi villaneschi nelle "Canzonette" di Nicolo Toscano, maestro di cappella a Capodistria (1584), Muzikološki zbornik, XXIX, 1993, pp. 157-167.  Cfr. I. Cavallini, Musica, cultura e spettacolo in Istria tra '5oo e '600, Firenze, Olschki 1990 (il capitolo "L'Accademia Palladia tra musica, filosofia e teatro", pp. 95-135).  Piu sulla famiglia Khisl, mecenati di musicisti italiani e sloveni del Cinque e Seicento cfr. nel J. Hofler, Glasbena umetnost pozne renesanse in baroka na Slovenskem (= "Musica in Slovenia del tardo rinascimento e del barocco"), Ljubljana, Partizanska knjiga 1978, p. 30 sgg.  Cfr. K. Kos, Style and Sociological Background of Croatian Renaissance Music, International Review of the Aesthetics and Sociology of Music, 13/1, 1982, p. 65 sgg., il paragrafo "Folk music". V. anche il mio studio La Serenissima, l?Istria e la Dalmazia - contatti e interferenze musicali nel Cinque e Seicento, International Review of the Aesthetics and Sociology of Music, 24/1 (1993), pp. 23-44.  Cfr. I. Cavallini, La diffusione del madrigale in Istria: I Casentini e Gabriello Puliti, Muzikološki zbornik, XXIII, 1987, pp. 39-70.  Cfr. D. Plamenac, Toma Cecchini, kapelnik stolnih crkava u Splitu i Hvaru u prvoj polovini XVII stoljeцa. Bio-bibliografska studija (= "Tomaso Cecchini maestro di cappella delle cattedrali di Spalato e Lesina nella prima meta del XVII secolo"), Rad JAZU, vol. 262, 1978, pp. 77-125. V. anche D. Beriц, Prilog biografiji splitsko-hvarskog kapelnika Tome Cecchinija (= "Contributo per la biografia del Tomaso Cecchini, maestro di cappella a Spalato e Lesina"), Prilozi povijesti muzike otoka Hvara (= "Contributti per la storia di musica dell'isola di Lesina"), Split 1958, p. 21 sgg.  B. Bujiц, Cecchinijeve mise iz godine 1617 (= "Messe dal 1n Dalmazia: sono le raccolte di Lambert Courtoys (il Vecchio), le composizioni di Andrea Patrizi (Andrija Patricij) e Giulio Schiavetti (Julije Skjavetiц).  Gli stimoli provenivano per lo piu dalla costa occidentale dell'Adriatico, anche quando, come nel caso di Lammbert Courtoys ricevano traccia di lontane fonti franco-fiaminghe. A dir il vero, nemmeno l'indicazione "costa occidentale" e abbastanza precisa. Oltre al centro amministrativo ed ecclesiastico - Venezia e la Santa Sede - anche moltre altre citta, dalla Sicilia fino all'Italia settentrionale erano centri di vivace attivita musicale, la cui influenta superava notevolmente l'ambito locale. Lo confermano, seppure in maniera specifica, le vicende di Gian Domenico Martoretta, oriundo di Mileta in Calabria e di Nicolo Toscano di Trapani. Nelle due raccolte di Martoretta - Secondo libro di Madrigali cromatici a quattro voci (Venezia 1552) e terzo libro di Madrigali a quattro voci con cinque madrigali del Primo Libro (Venezia 1554) si trovano alcune composiczioni dedicate a poeti e personaggi autorevili dell'Istria e della Dalmazia. Nel secondo libro troviamo Le biond'e ondeggianti trezze d'oro con la dedica "Al signor Giovan'Antonio Panthera Parentino Autore delle parole", e il madrigali Dopo che sotto il ciel cosa non vidi stabil'e ferma dedicato "Al Reverendo et virtuoso Pre Colenda di Ragusa". Il terzo libro contiene il madrigale Per fiorite compagn'e verdi parti pure con la dedica "Al Reverendo Signor Giovann'Antonio Panthera Autor delle pa617 di Cecchini"), Arti musices, 1, 1969, p. 112-113.  Le raccolte del 1624, 1627 1 1628, come pure le Sacrae cantiones (1620) di Lukaшiц e Motetti, libro primo (1564) di Schiavetti, sono state ritrovate nella Biblioteca Jagiellonska a Cracovia; cfr. L. Županoviц, Les opue 19, 22 et 23 de Tomaso Cecchino/i /Verone, c. 1580/82 - Hvar, 1644), in The Musical Baroque, Western Slavs, and the Spirit of the European Cultural Communion (a cura di S. Tuksar), Zagreb, HMD-HAZU 1993, pp. 63-74.  Piu dettagliato sul problema del mecenatismo in Dalmazia si legge nel mio studio The Social and Historical Status of Music and Musicans in Croatia in the Early Baroque Period, International Review of the Aesthetics and Sociology of Music, 18/1 (1987), pp. 3-17.  Cfr. B. Bujiц, Patronage and Taste in Venetian Dalmatia: the Case of Tomaso Cecchino's Amorosi concetti, in Revista de musicologia, vol. XVI, n.3, 1993, 12-18.  Piu sui contatti tra I. Lukaшiц se T. Cecchini v. nel'edizione moderna Ivan Lukaшiц OFMConv (c.1585 - 1648): Sacrae cantiones, Venezia 1620, Mottetti a 1-5 voci, Introduzione, trascrizione e realizzazione del basso continuo: Ennio Stipшeviц, Padova, Messaggero 1986 (nella collana "Corpus Musicum Franciscanum", a cura di fr. Ludovico Bertazzo OFMConv.).  Cfr. s.v. "De Dominis, Marc'Antonio", in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 33, Roma 1987, pp. 642-650; e Noel Malcolm, De Dominis (1560-1624): Venetian, Anglican, Ecumenist and Relapsed Heretic, London 1984. V. pure G. Novak, Povijest Splita (= "Storia di Spalato"), Split, Шakavski sabor 1978 (2a ed.), vol. 3, p. 1462 sgg, il paragrafo "Nadbiskup Markantun de Dominis" (= "L'arcivescovo Marc'Antonio de Dominis").  Cfr. I. Ostojiц, Metropolitanski kaptol u Splitu (= "Capitolo metropolitano a Spalato"), Zagreb, Kršцanska sadašnjost 1975, p. 152 sgg.  Piu estesamente su M. Alberti e i problemi della lingua croata nella liturgia cfr. J. Vonшina, Jeziшna baština (= "L'eredita linguistica"), Split, Književni krug 1988, p. 52 sgg. reb ,  Уˆ‰є œ  R † І ф Z[`mw›ћ/myБ n’ѕ"23џ€!htu“”)›клИЙшSRSВњ"#ѓd    i!v!Щ!б!C#D#H#’#Ќ#­#_$™$Й$у$†'—'( (y(}(А(С(ж(щ(i)t)š)Н)ќїќђќщќђќщќђќђќщќђќђќђќђќђќђќђќђќщќщќщќђќщќщќђќщќщќђќщќђќщќђќђќщќђќђќщќђќђќђќђќђќђќђќђќђќђќђuDP]cV]cU]c]c\Н)А*Р*Т*д*8,I,Ў.Й.й.к.T/У/й/ 0!0111Ф34ћ7ќ7a8…8П8у8.9/9ё9 :њ:;<<&=З=њ>??Џ?|@}@C“CЗDЩDEЃEhFyFŽGДGТG HћHќHlKЃKїLјLROcO„O—OъOјO˜Q™QšQœQХQсQіQїQјQњQ>RR­RАR SЦSTT TќїќїќїќїќюќїќїќїќюќїќюќїќїќюќїќїќюќїќїќїќюќїќїќїќїќїќїќюќїќюќїќїќїќьцтнтцлилтнтнтVccV]c]c uDPcuDP]cV]c]cU T!T#TNU\UŸUоUVVVV&VSVГVДVЕVЗVШVвVкVлVмVоVїVWW€WW‚WЂWРWлWмWнWпWWXƒXЭXЮXЯXбX\YqYŠY‹YŒYŽYЁYйY@ZAZBZCZБZ*[Y[Z[[[][Ћ[ъ[•\д\ь\э\ю\№\J]_]w]x]y]{]p^z^F_Ћ_Т_У_Ф_Х_`!`6`7`8`:`j`{``Є`]aГaьaљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљюыюљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕ№ѕVccV]c]c uDP]ьaэaюa№a bпbіbїbјbњbQcccfc~cšc›cœcžcхc@deeee.eTe…eбe№efЎfЏfАfВfУfуf:g;ggg­gёgѓgєgїgјgљgћgќg§gўgџghЌt­tЎtХtЦtЧtШtљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕюъѕъхух№ѕѕѕuV]c]ccV]c]c uDP<#?WXY}Ф  ђѓ  & q–$ы!F#G#H#‹#Œ#o(л.У3Ф3 44ў7<~@§HžM™QїQ TVДVлV€WмWЮX§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§ Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§§њР!њР!њњњњњњ-ЮX‹YAZZ[э\x]У_7`эaїb›ceЏf;gђgѓgєgјgљgќg§gўgџghЎt§§§§§§§§§§§§§Р!§Р!ћјћћћћјР!BјР!BћћK@ёџNormala "A@ђџЁ"Default Paragraph Font@ђ Footnote Text &@Ђ Footnote Referencehr International Review of's(…™W /ќ|qзЕO@ ж+Œ.њ4-69{=љEѕIѓd ^‡vBчC5ђЈС T п *žU_jЃZ] џџџџџџџџџџџџџџџџџџ џџ ^vђп *UZ]j ѓdџџџџџџџџ !џџ џџ џџ џџ џџ џџ џџ џџ џџ  џџ n—‰(Т09|BMѓd–%ŠуШ;g‘ #?TUС!и+Р0С0Т0 1 1 1}=ћEœJѓdР!Р!Р!Р!Р!Р!BР!B Р!BР!BР!BР!BР!BР!BР!BР!BР!BР!BН) TьaШt4567ЮXЎt898 ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOC ARIЦ DINOC:\WINWORD\ENNIO.DOCџ@HP LaserJet 4LLPT1:HPPCL5EHP LaserJet 4L  Dзќџ €Щ“№L3џ, HP LaserJet 4L  Dзќџ €Щ“№L3џ, €mBmB€€mBmBc TBEGRUоЫЬР0С0Т0 1 1 1mB–N—NФPлPCYDY^^6^7^ёdђdѓdєgљgIUXсЌtЯ!§gУ3Ф3ўg 44oE­t™QЎtнSХtF\ЦtaЧt8aђgѓgJTimes New Roman Symbol &ArialюTimes New Roman CE"ˆаh5]' ”ИY,FИY,јƒ$%џDvije knjige Makabejaca шine dio knjiga iz Staroga zavjeta nazvanih "deuterokanoRoot Entryџџџџџџџџ РF†ŒмЄ.K€CompObjџџџџџџџџџџџџbWordDocumentџџџџџџџџS‹ObjectPoolџџџџ†>ФнXф,†>ФнXф,д 4@д џџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџ  !"#$%&'()*+,-./0123[џџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџH§џџџўџџџўџџџўџџџLJNOPQRўџџџTUVWXYZ \]^_`abcdfџџџџghijkMџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџSummaryInformation(џџџџџџџџџџџџрџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџўџџџ ўџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџ24аЯрЁБс;ўџ ўџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџџўџ џџџџ РFMicrosoft Word 6.0 Document MSWordDocWord.Document.6;ўџ ўџ р…ŸђљOhЋ‘+'Гй0А˜м$ H l Ди ќ D hŒpoimanje umjetnosti, pa naši suvC:\WINWORD\TEMPLATE\NORMAL.DOTDvije knjige Makabejaca шine dio knjiga iz Staroga zavjeta nazvanih "deuterokanonskim", jer su inspirirane Crkvom, a ne Židovima. 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Tali domande s'impongono poiche e evidente che la musica polifonica tardomedievale (scritta per lo piu per due o per tre voci), registrata nei manoscritti liturgici latini provenienti da questo territorio no ha alcun rapporto diretto con le raccolte polifoniche pubblicate dai compositori cinquecenteschi. Nemmeno le rare composizioni polifoniche il lingua croata - la prima e il bicinio a due voci in forma di rondello Evo je prišal nam bladi dan (Ecco che viene il dolce giorno), annotato a Starigrad nell'isola di Hvar nella seconda meta del Quattrocento - in alcun modo pregiudicano la successiva polifonia sacra. A quanto pare, l'evoluta e raffinata polifonia rinascimentale arrivo sula costa orientale dell'Adriatico grazie a stimoli esterni. Ma questi stimoli furono entro breve tempo propri dalle necessita e dal gusto locali. Le composizioni polifoniche destinate all'ambiente istriano e dalmata e alla Repubblica di Dubrovnik non sono numerose pero abbastanza varie. 1) La polifonia profana Le composizioni di polifonia profana sono relativamente poche sopratutto se raffrontate alla mole di dati che ci giungono dai documenti d'archivio e dalle opere leterarie. Acceniamo gli piu importanti monumenti musicali del Cinquecento in Dalmazia: sono le raccolte di Lambert Courtoys (il Vecchio), le composizioni di Andrea Patrizi (Andrija Patricij) e Giulio Schiavetti (Julije Skjavetiц).  Gli stimoli provenivano per lo piu dalla costa occidentale dell'Adriatico, anche quando, come nel caso di Lammbert Courtoys ricevano traccia di lontane fonti franco-fiaminghe. A dir il vero, nemmeno l'indicazione "costa occidentale" e abbastanza precisa. Oltre al centro amministrativo ed ecclesiastico - Venezia e la Santa Sede - anche moltre altre citta, dalla Sicilia fino all'Italia settentrionale erano centri di vivace attivita musicale, la cui influenta superava notevolmente l'ambito locale. Lo confermano, seppure in maniera specifica, le vicende di Gian Domenico Martoretta, oriundo di Mileta in Calabria e di Nicolo Toscano di Trapani. Nelle due raccolte di Martoretta - Secondo libro di Madrigali cromatici a quattro voci (Venezia 1552) e terzo libro di Madrigali a quattro voci con cinque madrigali del Primo Libro (Venezia 1554) si trovano alcune composiczioni dedicate a poeti e personaggi autorevili dell'Istria e della Dalmazia. Nel secondo libro troviamo Le biond'e ondeggianti trezze d'oro con la dedica "Al signor Giovan'Antonio Panthera Parentino Autore delle parole", e il madrigali Dopo che sotto il ciel cosa non vidi stabil'e ferma dedicato "Al Reverendo et virtuoso Pre Colenda di Ragusa". Il terzo libro contiene il madrigale Per fiorite compagn'e verdi parti pure con la dedica "Al Reverendo Signor Giovann'Antonio Panthera Autor delle pa617 di Cecchini"), Arti musices, 1, 1969, p. 112-113.  Le raccolte del 1624, 1627 1 1628, come pure le Sacrae cantiones (1620) di Lukaшiц e Motetti, libro primo (1564) di Schiavetti, sono state ritrovate nella Biblioteca Jagiellonska a Cracovia; cfr. L. Županoviц, Les opue 19, 22 et 23 de Tomaso Cecchino/i /Verone, c. 1580/82 - Hvar, 1644), in The Musical Baroque, Western Slavs, and the Spirit of the European Cultural Communion (a cura di S. Tuksar), Zagreb, HMD-HAZU 1993, pp. 63-74.  Piu dettagliato sul problema del mecenatismo in Dalmazia si legge nel mio studio The Social and Historical Status of Music and Musicans in Croatia in the Early Baroque Period, International Review of the Aesthetics and Sociology of Music, 18/1 (1987), pp. 3-17.  Cfr. B. Bujiц, Patronage and Taste in Venetian Dalmatia: the Case of Tomaso Cecchino's Amorosi concetti, in Revista de musicologia, vol. XVI, n.3, 1993, 12-18.  Piu sui contatti tra I. Lukaшiц se T. Cecchini v. nel'edizione moderna Ivan Lukaшiц OFMConv (c.1585 - 1648): Sacrae cantiones, Venezia 1620, Mottetti a 1-5 voci, Introduzione, trascrizione e realizzazione del basso continuo: Ennio Stipшeviц, Padova, Messaggero 1986 (nella collana "Corpus Musicum Franciscanum", a cura di fr. Ludovico Bertazzo OFMConv.).  Cfr. s.v. "De Dominis, Marc'Antonio", in Dizionario biografico degli Italiani, vol. 33, Roma 1987, pp. 642-650; e Noel Malcolm, De Dominis (1560-1624): Venetian, Anglican, Ecumenist and Relapsed Heretic, London 1984. V. pure G. Novak, Povijest Splita (= "Storia di Spalato"), Split, Шakavski sabor 1978 (2a ed.), vol. 3, p. 1462 sgg, il paragrafo "Nadbiskup Markantun de Dominis" (= "L'arcivescovo Marc'Antonio de Dominis").  Cfr. I. Ostojiц, Metropolitanski kaptol u Splitu (= "Capitolo metropolitano a Spalato"), Zagreb, Kršцanska sadašnjost 1975, p. 152 sgg.  Piu estesamente su M. Alberti e i problemi della lingua croata nella liturgia cfr. J. Vonшina, Jeziшna baština (= "L'eredita linguistica"), Split, Književni krug 1988, p. 52 sgg. reb ,  Уˆ‰є œ  R † І ф Z[`mw›ћ/myБ n’ѕ"23џ€!htu“”)›клИЙшSRSВњ"#ѓd    i!v!Щ!б!C#D#H#’#Ќ#­#_$™$Й$у$†'—'( (y(}(А(С(ж(щ(i)t)š)Н)ќїќђќщќђќщќђќђќщќђќђќђќђќђќђќђќђќщќщќщќђќщќщќђќщќщќђќщќђќщќђќђќщќђќђќщќђќђќђќђќђќђќђќђќђќђќђuDP]cV]cU]c]c\Н)А*Р*Т*д*8,I,Ў.Й.й.к.T/У/й/ 0!0111Ф34ћ7ќ7a8…8П8у8.9/9ё9 :њ:;<<&=З=њ>??Џ?|@}@C“CЗDЩDEЃEhFyFŽGДGТG HћHќHlKЃKїLјLROcO„O—OъOјO˜Q™QšQœQХQсQіQїQјQњQ>RR­RАR SЦSTT TќїќїќїќїќюќїќїќїќюќїќюќїќїќюќїќїќюќїќїќїќюќїќїќїќїќїќїќюќїќюќїќїќїќьцтнтцлилтнтнтVccV]c]c uDPcuDP]cV]c]cU T!T#TNU\UŸUоUVVVV&VSVГVДVЕVЗVШVвVкVлVмVоVїVWW€WW‚WЂWРWлWмWнWпWWXƒXЭXЮXЯXбX\YqYŠY‹YŒYŽYЁYйY@ZAZBZCZБZ*[Y[Z[[[][Ћ[ъ[•\д\ь\э\ю\№\J]_]w]x]y]{]p^z^F_Ћ_Т_У_Ф_Х_`!`6`7`8`:`j`{``Є`]aГaьaљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљюыюљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕ№ѕVccV]c]c uDP]ьaэaюa№a bпbіbїbјbњbQcccfc~cšc›cœcžcхc@deeee.eTe…eбe№efЎfЏfАfВfУfуf:g;ggg­gёgѓgєgїgјgљgћgќg§gўgџghЌt­tЎtХtЦtЧtШtЩtъ~љѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕ№ѕ№ѕљѕ№ѕљѕ№ѕюъѕъхух№ѕѕѕуuV]c]ccV]c]c uDP>#?WXY}Ф  ђѓ  & q–$ы!F#G#H#‹#Œ#o(л.У3Ф3 44ў7<~@§HžM™QїQ TVДVлV€WмWЮX§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§ Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§Р!B§§њР!њР!њњњњњњ-ЮX‹YAZZ[э\x]У_7`эaїb›ceЏf;gђgѓgєgјgљgќg§gўgџghЎtЩt§§§§§§§§§§§§§Р!§Р!ћјћћћћјР!BјР!Bћћћnskim", jer su inspirirane Crkvom, a ne Židovima. Iz poznatoga testa Flavija G. (Contro Apione) jasno proizlazi da dvije knjige nisu mogle biti ukljuшene me№u one svete. S dr ARIЦ DINO ARIЦ DINOъ+U'5Mv: Wи[BСwD,9o›К LЄ%-с$N%U"(о ~я“ =K@ёџNormala "A@ђџЁ"Default Paragraph Font@ђ Footnote Text &@Ђ Footnote Referencehr International Review of's( …™W /ќ|qзЕO@ ж+Œ.њ4-69{=љEѕIѓd ^‡vBчC5ђЈС T п *žU_jЃZ] џџџџџџџџџџџџџџ