Pregled bibliografske jedinice broj: 223863
Luogi di culto della catedralle di Zara
Luogi di culto della catedralle di Zara // Hortus artium medievalium, 11 (2005), 275-290 (međunarodna recenzija, pregledni rad, znanstveni)
CROSBI ID: 223863 Za ispravke kontaktirajte CROSBI podršku putem web obrasca
Naslov
Luogi di culto della catedralle di Zara
(Place of Cult in Zadar Cathedral)
Autori
Vežić, Pavuša
Izvornik
Hortus artium medievalium (1330-7274) 11
(2005);
275-290
Vrsta, podvrsta i kategorija rada
Radovi u časopisima, pregledni rad, znanstveni
Ključne riječi
luogho; nucleo; basilica; cappella; palocristiano; medioevo;
(place; nucleus; basilica; chapel; paleocristianity; mediaeval)
Sažetak
L'autore tratta la stratificazione della cattedrale di Zara dedicando attenzione a tre definiti: tardoantico, altomedievale e romanico. Tutti e tre recano impressa l'impronta individuale dei prelati che contraddistinsero ogni singolo periodo storico. Si tratta probabilmente dei tre piu importanti vescovi della storia della Chiesa zaratina: Felix nel IV secolo, Donato nel IX secolo, e il primo archivesco Lamridio nel XII secolo. L'analisi dei contenuti agiografici e delle soluzioni spaziali della cattedrale riconducono ad alcune forme architettoniche inserite nella struttura della basilica paleocristiana e mantenute o trasformate nella basilica romanica. Il duomo con un siffatto sviluppo, accanto ad un luogo di culto nel presbiterio e l'altro nel battistero adiacente alla basilica, nel IX secolo ne ricevette altri due:la confessio sotto l'altare principale con reliquie si S. Irene, S. Chione e S. Agape da Salonicco, e la cappella sul fondo della navata laterale contenente le reliquie di S. Anastasia da Constantinopoli. Nella cattedrale medievale, eretta sull'impianto della basilica precedente, si conservarono tuttii contenuti rituali della chiesa paleocristiana, e con essi anche le funzioni liturgiche con tutte le evoluzioni susseguitesi nella storia della cattedrale di Zara fino al tratto medieoevo. In tal modo la sua architettura romanica del XII secolo, in funzione della liturgia del rito romano, riusci a mantenere nella sua struttura spaziale anche le componenti altomeioevali apparse assieme agli elementi della liturgia bizantina.
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