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L'epilogo di una navigazione umana e di un'esperienza letteraria: Il sogno dalmata di Fulvio Tomizza (CROSBI ID 673748)

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Deghenghi Olujić, Elis L'epilogo di una navigazione umana e di un'esperienza letteraria: Il sogno dalmata di Fulvio Tomizza // Con Fulvio Tomizza "nel chiaro della notte" / Guagnini, Elvio (ur.). Trst: Circolo della Cultura e delle Arti Trieste, 2011. str. 61-83

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Deghenghi Olujić, Elis

talijanski

L'epilogo di una navigazione umana e di un'esperienza letteraria: Il sogno dalmata di Fulvio Tomizza

Nel maggio del 1999 Fulvio Tomizza ci ha lasciati, portato via da una malattia di lunga gestazione, ma repentina negli esiti. A dieci anni di distanza è stato ricordato tra amici ed estimatori della sua opera, convinti che il valore del suo lascito spirituale sia quanto mai attuale e rappresenti, anzi, un poderoso antidoto alle tentazioni di nuove chiusure e di pericolose divisioni. Un lascito, quello dell'autore istriano, che ha le sue fondamenta nella promozione del dialogo fra le culture e nell'educazione all'accoglienza dell'Altro. In questo senso, il suo insegnamento, che rimane intatto, è uno straordinario esempio di generosità interculturale. Per chi lo ha stimato e continua a stimarlo, non si può parlare di «ricordo», perché la sua presenza è rimasta tra noi, dolorosamente e caramente intatta, in un'intima continuità con i paesaggi, le terre e i paesi dell'Istria che egli abitò, e con Trieste, la città dove riparò appena ventenne sul finire del 1955 con il suo bagaglio di sensi di colpa e frustrazioni, carico di contraddizioni interne, dilaniato da una scelta vissuta con la pesantezza di un'arbitraria imposizione. Una Trieste che non è stata sempre generosa con lo scrittore, e che non ha colto il messaggio della splendida figura della carsolina Franziska, icona di una lealtà dei sentimenti ignorata e inappagata, simbolo di quel dolore che deriva dall'essere disconosciuti per l'appartenenza etnica, un sentimento che spesso anche Tomizza ha sperimentato di persona. Elaborando le vicende passate della sua gente e della sua terra nel tentativo di sanare le ferite attraverso una scrittura per molti versi terapeutica e catartica, Tomizza ha tessuto un affresco letterario singolare nell'ambito della letteratura italiana novecentesca, in cui i personaggi diventano voce e anima dell'impossibilità di vivere in una realtà dove l'uomo recita la parte della comparsa, e non quella del protagonista. Scegliendo di percorrere un sentiero per molti aspetti impervio, che non sempre ha stimolato seguaci e mobilitato folle, si è trovato più volte in scarsa compagnia, spesso amareggiato da incomprensioni e invidie. Ma rispetto ai drammi personali e civili di cui è stato testimone o partecipe, Tomizza ha mantenuto sempre una misura ed un modo di sentire esemplari. È rimasta di lui l'immagine di un uomo schivo, civile, mite, affabile con tutti, poco amante degli schiamazzi e degli esibizionismi tanto di moda. Anche in questo è stato molto "istriano".

Fulvio Tomizza, Istria, Trieste, Dalmazia, esodo, romanzo

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engleski

The epilogue of human navigation and literary experience: Fulvio Tomizza's Il sogno dalmata

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Fulvio Tomizza, Istria, Trieste, Dalmatia, exodus, novel

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61-83.

2011.

objavljeno

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Guagnini, Elvio

Trst: Circolo della Cultura e delle Arti Trieste

978-88-96925-03-4

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Fulvio Tomizza tra vecchi amici e giovani studiosi

pozvano predavanje

04.03.2009-04.03.2009

Trst, Italija

Povezanost rada

Humanističke znanosti, Filologija