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Reljef Stigmatizacije sv. Franje Asiškog u Ankoni - Pogled izbliza (CROSBI ID 60421)

Prilog u knjizi | izvorni znanstveni rad

Marković, Predrag Reljef Stigmatizacije sv. Franje Asiškog u Ankoni - Pogled izbliza // Scripta in honorem Igor Fisković. Festschrift on the occasion of his seventieth birthday / Jurković, Miljenko ; Marković, Predrag (ur.). Zagreb: Sveučilište u Zagrebu ; Međunarodni istraživački centar za kasnu antiku i srednji vijek (MICKAS), 2015. str. 231-245

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Marković, Predrag

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Reljef Stigmatizacije sv. Franje Asiškog u Ankoni - Pogled izbliza

Nel gruppo delle opere ancora indecifrabili che si legano al nome di Giorgio Orsini si trova anche il rilievo della Stimmatizzazione di San Francesco d’Assisi sulla facciata della chiesa di San Francesco alle Scale in Ancona, eretto, secondo i documenti pubblicati (P. Gianuizzi 1894), tra il 1450 e il 1459. Data la sua qualità artistica ed esecutiva inferiore rispetto alle altre sculture del portale, il rilievo fu finora quasi sempre tacitamente ommesso, oppure attribuito a Giorgio Orsini e alla sua bottega nel contesto dell’intero portale. Nel 1914 però, H. Folnesics fece cenno al detto rilievo concludendo che si trattasse di un’opera eseguita dopo l’epoca di Orsini, ovvero nella seconda parte del Quattrocento, per mano di un maestro minore. In seguito solo I. Fisković (1982) si dedicò al problema dell’attribuzione e della datazione del rilievo, ma lui concluse che si trattava dell’opera di un collaboratore di Orsini, Ivan Pribislavić, che lo avrebbe eseguito da solo su concessione dello scultore-capo dalmata. Questa conclusione si basava sulla somiglianza del rilievo della Stimmatizzazione alle opere posteriori di Pribislavić in Dalmazia – i rilievi della chiesa di San Giovanni Battista a Sebenico (circa 1460) e il rilievo del Palazzo del Conte a Pago (1467), e sulle coincidenze cronologiche che implicitamente confermavano la sua partecipazione alla fase finale del portale anconitano tra il 1456 e il 1459. Solo recentemente S. Štefanac (2005) ricordò che il problema attributivo fosse ancora aperto, in quanto la qualità minore di quasi tutte le sculture sul portale indicherebbe una larga partecipazione della bottega del Dalmata. M. Mazzallupi (2012) rimase vicino alle conclusioni di Folnesics, in quanto sostenne che il rilievo fu scolpito dopo Giorgio Dalmata, che a sua volta non aveva finito tutti i lavori del portale, ma lo studioso italiano non si pronunciò sulla data precisa. Delle attribuzioni suggerite, la più completa rimane quella di I. Fisković, anche se dopo un’analisi approfondita risulta difficile sostenerla fino in fondo. A parte alcune ragioni di principio che non la supportano, più significativi sono i problemi stilistici. La comparazione del rilievo anconetano e le paragonabili opere dalmate di Ivan Pribislavić, dimostra che le somiglianze tra di loro sono di natura generale e che tra queste sculture, in realtà, non vi sono punti comuni. Partendo dal fatto che la natura delle rappresentazioni sia diversa, come anche le loro misure, e che quindi i termini di comparazione siano limitati, bisogna evidenziare che il modo di creare i rapporti spaziali sui rilievi sopracitati fosse sostanzialmente diverso: il maestro del rilievo anconetano accostava la dimensione e la profondità del rilievo e, in una prospettiva quasi verticale, inseriva i motivi dal basso verso alto. Mentre I. Pribislavić usava una modellazione raffinata e una sottile “graduazione” dell’altezza del rilievo riuscendo a suggerire gli orizzonti lontani del paesaggio marittimo con le sue sfumature. Anche la formulazione degli altri motivi inseriti nelle rappresentazione del paesaggio sono altrettanto diversi, con le maggiori differenze identificabili nelle immagini degli alberi e dell’architettura, ovvero delle chiesette e delle roccaforti. Nonostante l’attribuzione a Giorgio e al suo collaboratore Pribislavić del rilievo della Stimmatizzazione non sia accettabile, in ogni caso, Orsini con l’esecuzione della cornice esterna prefigurava il suo formato. Rispetto al suo modello concettuale – la Porta della Carta veneziana – Giorgio immise alcuni modifiche con l’introduzione del baldacchino con l’ampia nicchia sottostante, ma queste risultavano squilibrate rispetto alla collocazione e alle dimensioni del rilievo, che in definitiva portavano a un risultato finale abbastanza illogico e poco armonioso. Il taglio ridotto e insufficientemente raffinato della scena di Stimmatizzazione di san Francesco suggerirebbe che il rilievo fu ritoccato in un secondo momento, ma essendo tutte le sue parti modellate allo stesso modo, è possibile trarre la conclusione che esso, in generale, sia un’opera originale, ma senza forti caratteri stilistici. Come tutte le opere minori di carattere narrativo, così anche questo rilievo non ha parallelismi regionali nella seconda parte del Quattrocento e l’unico modo di stabilirne, almeno approssimativamente, la sua datazione, spetta a una puntuale analisi dei motivi secondari, ovvero quelli di sfondo. L’attenta analisi della rappresentazione della piccola chiesa eremita del monte Verne, come anche delle due rocche, dimostra chiaramente che non si tratta del comune approccio puramente simbolico di carattere informativo, ma che queste architetture riportano alcune caratteristiche temporali e regionali. Nella dettagliata descrizione della chiesetta di Santa Maria degli Angeli davanti alla quale san Francesco visse la sua identificazione con il Cristo, si distinguono chiaramente gli elementi classicheggianti: il pronunciato frontone e le facciate ritmicamente scandite dalle paraste. Un modo analogo di ritmare i volumi semplici, ma in misura monumentale, si riscontra nelle chiese rappresentative del tardo Quattrocento a Roma e nel territorio che include anche le Marche. L’esempio più palese è da identificarsi nella chiesa di Santa Aurea a Ostia di Baccio Pontelli, eretta tra il 1483 e il 1486. Allo stesso architetto fiorentino (e ingegnere papale) si attribuiscono la costruzione e il rinnovo di numerose rocche nelle Marche - a Senigallia, Offida, Jesi - che assomigliano a quelle del rilievo della Stimmatizzazione. Quindi, il rilievo nella lunetta della chiesa francescana potrebbe essere datato agli ultimi due decenni del Quattrocento e attribuito al maestro ignoto che in concomitanza con le proprie limitate abilità scultoree lo eseguì nello spirito della prima parte del secolo.

Giorgio da Sebenico, early renaissance sculpture in Italy, portal of the Church of San Francesco alle Scale

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engleski

The relief of Stimatization of St. Francis from Assisi - the closer look

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Giorgio da Sebenico, early rennaissance sculpture in Italy, portal of the Church of San Francesco alle Scale

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231-245.

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Scripta in honorem Igor Fisković. Festschrift on the occasion of his seventieth birthday

Jurković, Miljenko ; Marković, Predrag

Zagreb: Sveučilište u Zagrebu ; Međunarodni istraživački centar za kasnu antiku i srednji vijek (MICKAS)

2015.

978-953-6002-91-7

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