talijanski

Alterità, rappresentazione, separazione. Concetti di (non) realtà nelle immagini

Ogniqualvolta parliamo di che cosa tratta un’immagine o di che cosa rappresenta o cerca di ottenere, ci riferiamo a qualcosa di diverso rispetto a ciò che, per essenza, è il particolare oggetto iconico in quanto oggetto. Ciò significa che essere un’immagine è ontologicamente diverso dall’essere-rappresentazione-di- qualcosa. Nell’uso quotidiano del termine, “immagine” non corrisponde mai a una pura visualità, a un puro fenomeno visivo o a qualsiasi cosa si veda praticamente davanti ai propri occhi: l’immagine deve essere in luogo di qualcosa che vi si vede, deve essere ontologicamente diversa da ciò che si vede e deve essere altro da ciò che si vede. Le immagini non sono ciò che si dà a vedere in esse, indipendentemente da quanto siano realistiche e dal fatto che, a volte, l’illusione della realtà suscitata da certi tipi di immagini può generare molta confusione in coloro che le osservano. Fintanto che è possibile distinguere tra realtà e illusione (iconica), l’esperienza visiva può esistere in numerosi gradi di intensità fra il puramente fenomenico (ciò che si percepisce) e il materialmente iconico (ciò che è fisicamente presente). In questo capitolo affronteremo una caratteristica dell’immagine che spesso accettiamo come ovvia, ma che con lo sviluppo delle tecnologie di riproduzione digitale sta diventando uno dei problemi più importanti della moderna teoria dell’immagine. Si tratta del principio di alterità secondo cui l’immagine ha un significato in quanto fenomeno speciale di creazione e trasformazione della realtà visibile, a patto che l’osservatore sia in grado di notare una scissione o un distacco tra l’immagine stessa da una parte e ciò che vede in essa dall’altra, portando così a una discontinuità strutturale e ontologica.

rappresentazione, immagine, differenza iconica, iconoclastia, teoria dell'immagine

nije evidentirano