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izvor podataka: crosbi !

La 119a Brigata dell'Esercito Croato nella Guerra patriottica 1991-1995 (CROSBI ID 21311)

Autorska knjiga | monografija (znanstvena) | domaća recenzija

Dukovski, darko La 119a Brigata dell'Esercito Croato nella Guerra patriottica 1991-1995. Pula: Klub 119. brigade Hrvatske Vojske, 2021

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Dukovski, darko

Petrović Turko, damara

talijanski

La 119a Brigata dell'Esercito Croato nella Guerra patriottica 1991-1995

La storia della 119a brigata dell'Esercito croato (Hrvatska vojska, HV) nella Guerra patriottica è in realtà la storia delle persone che ne facevano parte, ma anche di coloro che hanno contribuito alla sua formazione, all'equipaggiamento, che l'hanno rafforzata moralmente e mentalmente. È la storia della loro speranza, entusiasmo, sacrificio, coraggio, patriottismo, ma anche delle paure, valutazioni sbagliate e altre debolezze umane. Dato che più di 6.000 persone, uomini e donne, facevano parte della brigata, questa è anche la storia di una generazione della popolazione istriana che continua, e in alcune sequenze si incontra con la millenaria storia bellica e militare dell'Istria nel percorso della storia generale di una "lunga durata". La guerra, insieme agli Quattro Cavalieri dell'Apocalisse, è sempre stata una delle cause di continui cambiamenti demografici, economici, culturali e persino mentali. Ed è anche importante per comprendere la dinamica dei continui processi alternati di spostamento e insediamento dell'Istria, continuità e discontinuità economica e sociale, sviluppo, formazione della mentalità regionale, usanze, convivenza interetnica e relazioni interpersonali in generale, collisioni ed incontri di culture diverse, ma anche per capire un rapporto intimo che generazioni di persone avevano verso la vita e la morte. In ogni periodo storico la guerra ha notevolmente cambiato le persone, lasciando cicatrici che guarivano lentamente e con difficoltà. La guerra li ha resi duri, diffidenti, rivolti a se stessi e alla propria sopravvivenza, eppure li ha avvicinati e collegati e, visti i loro obiettivi, li ha uniti. Ha avuto un profondo effetto sul rimodellamento delle relazioni sociali. A volte la regressione e la discontinuità dello sviluppo sociale ed economico ha iniziato cambiamenti sociali ed economici radicali che hanno portato a una nuova direzione e relazioni di sviluppo. In questo senso, neanche la Guerra patriottica croata alla fine del XX secolo ha fatto eccezione. Questo libro è il risultato di ricerche storiche e scientifiche, riflessioni, analisi e descrizioni del periodo bellico dal 1991 al 1995, ed è anche la ricerca della posizione e del ruolo della 119a brigata come la prima unità militare che faceva parte della Guardia nazionale croata (Zbor narodne garde, ZNG) o dell'Esercito croato in Istria. Inoltre, il nostro obiettivo era quello di presentare al pubblico lo sviluppo del percorso bellico della 119a brigata dell'Esercito croato, dalla sua formazione e l'impegno bellico alle attività in tempo di pace e al suo scioglimento finale, impressa nel memento storico di una generazione e della loro esperienza della "storia militare e bellica dell'Istria". La formazione della 119a brigata dell'Esercito croato nel 1991 non era né semplice, né rapida, né facile. All'inizio pervadevano incomprensione, diffidenza, disorientamento, animosità personali, e qualche volta incompetenza delle persone che avrebbero dovuto formarla e che la formavano in un periodo caotico e tumultuoso di forte differenziazione politica della popolazione e nel periodo della formazione dello Stato croato. Come in precedenti situazioni nella storia dell'Istria, di cui solo nel XX secolo c n'erano "troppe" (la Prima guerra mondiale, l'occupazione italiana, il regime fascista, la Seconda guerra mondiale, la liberazione, la divisione dell'Istria in zone dal 1945 al 1947 nello stato jugoslavo (la parte croata e slovena dell'Istria), la Risoluzione dell’Informbiro nel 1948, tentativo di liberalizzare la vita politica negli anni '50, la Primavera croata nel 1971), tanti non sono riusciti ad affrontare ed accettare cambiamenti in tempo, e quindi hanno sofferto in vari modi. Coloro che hanno affrontato ed accettato i cambiamenti in tempo, indipendentemente dal fatto che credessero o meno in quei cambiamenti, oppure hanno calcolato e scelto la "parte giusta", hanno continuato la loro vita "normale". Non dimentichiamo dunque la verità, noi che ne scriviamo e ne leggiamo, siamo i discendenti di quelli che “c'è l'hanno fatta” (in una tempesta millenaria) o almeno “in tempo” sono riusciti a prolungare il proprio “lignaggio” prima di morire, lasciando e trasmettendo ai propri discendenti (attraverso la storia familiare) i valori per i quali l'uomo dovrebbe lottare e sacrificarsi, e dal loro esempio di sacrificio, anche l'esperienza della eredità della sopravvivenza biologica. Non è abbastanza pragmatica e universale questa conoscenza che tutti capiscono, anche senza frequentare alcuna scuola? Tale era l'atmosfera politica e sociale nel 1991. La differenziazione della popolazione era molto forte e grave, forse pari a quella tra i sostenitori di Venezia e delle comunità dei cittadini liberi o dell'Austria. Tuttavia, la 119a brigata è stata formata negli lunghi mesi di impegno delle persone raccolte intorno alla sua formazione per far accadere tutto come dovrebbe accadere: secondo la legge e le richieste della professione, e non oltre, in un momento in cui la parte opposta con la sua forza militare, era lì proprio al centro dell'evento. Questo, tuttavia, non era mai accaduto durante la storia in modo tale. Nemmeno nella Seconda guerra mondiale, all'origine del movimento di Resistenza antifascista armato, sebbene anche quel caso sia un precedente storico. In una situazione caotica e controversa della formazione delle Forze Armate della Repubblica di Croazia, mentre era formalmente legata alla Federazione jugoslava, con l'intenzione delle forze armate di aiutare e difendere la volontà maggioritaria del popolo croato per uno stato indipendente, le azioni dei funzionari dell'epoca sono perfettamente comprensibili e meritano una giustificazione storica. Il successo della realizzazione dipendeva dalla scelta di persone giuste e capaci. Con questo abbiamo detto tutto, ma in Croazia dove è successo esattamente? Disaccordi e sfiducia delle persone di Difesa Territoriale (Teritorijalna obrana, TO), l'Unità di crisi (Krizni štab, KŠ), disertori dall'Armata Popolare Jugoslava (Jugoslavenska narodna armija, JNA) e tanti altri volontari, hanno ulteriormente rallentato il processo di formazione delle truppe croate. La prima iniziativa di mobilitazione doveva svolgersi sotto gli auspici delle forze di polizia di riserva durante il periodo dal maggio al luglio del 1991. In questo processo l'esempio istriano non era da solo. Il “modello istriano” è l'unico per il fatto che si è svolto nell'area non colpita dagli eventi bellici, quindi c'era tempo per attuare una mobilitazione regolare, come doveva avvenire secondo tutte le regole anche in altre parti della Croazia. Sebbene la prima mobilitazione e formazione della prima unità della Guardia nazionale croata (Zbor narodne garde, ZNG) abbia avuto luogo il 14 luglio 1991, quindi sette giorni dopo l'ordine ufficiale sulla formazione, la vera e propria organizzazione iniziò solo dopo l'arrivo del primo comandante del Comando della ZNG, il tenente colonnello Branko Bošnjak. Gli innumerevoli cambi di personale a livello di comando di brigata, battaglione, compagnia e plotone che hanno avuto luogo tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre 1991 fino a gennaio 1992 mostrano quali problemi hanno affrontato le persone che formavano l'unità. Solo una piccola parte degli ufficiali che hanno disertato dall'JNA si sono immediatamente uniti alla formazione dell'Esercito croato. Era solo più tardi, dopo che l'HV era già stato formato e la linea di comando stabilita, quell’ex personale della JNA con competenze specialistiche che all'epoca mancava all'HV, si è unito all'HV. Neanche andare sul fronte di Lika, non è andato liscio. Paura di morire, basata su precedenti conoscenze e informazioni trasmesse dai media, ma anche la loro consapevolezza che mentalmente e al livello militare non erano all'altezza dei compiti che li aspettavano, normalmente portava alla resistenza di andare sul fronte. Soprattutto, perché non si sentivano in pericolo nella loro propria Istria. Quindi la mobilitazione dei coscritti in Istria è tanto più preziosa e interessante. Far indossare divisa alle persone che vivevano in relativa pace, che non sentivano la guerra nel vero senso della parola e che non vedevano la JNA come il loro vero nemico e minaccia alla loro libertà, spostarli dai loro salotti e lavori ben retribuiti, e dare loro armi e munizioni mandandoli sul campo di battaglia in pieno inverno a meno 25 gradi (dal clima mediterraneo), è stato un successo che nessuno in Croazia può confrontare, soprattutto in termini di alta percentuale di risposta alla mobilitazione e all’invio sul fronte. Le unità della 119a brigata nella Zona operativa (Operativna zona, OZ) di Fiume e successivamente anche nel Distretto militare di Gospić (Zborno područje, ZP), hanno svolto inizialmente i loro compiti come meglio potevano e per quanto ne erano pronte ed addestrate. Ci sono stati errori, incomprensioni, indisciplina, paura (che è sempre esistita), ma nel fra tempo le unità sono maturate, hanno acquisito esperienza ed educazione militare, e nel 1994 erano le unità completamente diverse, irriconoscibili. I guerrieri degli anni 1991 e 1992 sono diventati i veri soldati nel 1994. Ora queste erano le unità disciplinate, qualificate e ben coordinate. La formazione dei comandi a livello di battaglione e persino dei comandi di brigata cambiavano di volta in volta di tanto in tanto, ma questo non era più cruciale, come all'inizio. La 119a brigata era pronta per le operazioni finali dell'Esercito croato per la liberazione della Croazia nella prima metà del 1995. Nell'azione militare Tempesta (Oluja) per la prima volta durante la guerra, la brigata è stata mobilitata in completo, e come tale è andata sul fronte di Lika. Solo lo sforzo per portare tutti i 2.500 soldati al punto di raccolta sani e salvi, è stato una sorta di successo, per non parlare del fatto che hanno dovuto affrontare l'intera azione con il minor numero di vittime possibili. Ed è stato così. I membri della brigata hanno dimostrato straordinaria responsabilità, serietà e prontezza al sacrificio seguendo la 1a Brigata delle Guardie "Tigri" (Tigrovi), proteggendo loro le spalle secondo tutti i principi della tattica militare e del movimento di manovra sul campo di battaglia, cosa che il comandante delle "Tigri" ha riconosciuto, lodandoli con parole che in tutte le azioni future vorrebbe che la 119a brigata guardasse loro le spalle. Le sue componenti organizzative, i tre battaglioni, che hanno reclutato i coscritti dall'area di tre comuni: di Pola, Rovigno, Albona e verso la fine anche quella di Pinguente (sebbene nella brigata vi fossero coscritti da tutta l'Istria) avvicinarono e uniformarono la popolazione e, cosa più importante, si crearono amicizie per tutta la vita in un sforzo vittorioso comune. Proteggere il confine di stato con la Bosnia ed Erzegovina fino al dicembre 1995 è stata l'ultima missione di combattimento della brigata, cosa che hanno fatto con successo e professionalità. L'accoglienza dei membri della 119a brigata dopo la Tempesta di metà agosto 1995 è stata fantastica e mai ripetuta. La gente di Pola, Rovigno, Albona, Pinguente hanno accolto i loro combattenti come si addice, ma solo alcuni giorni dopo erano già dimenticati. La vita andava avanti in un ritmo tutto suo, ma i problemi da affrontare erano solo loro. Adesso quando tutto era finito, dovevano trovare un lavoro (perché nel frattempo molti avevano perso il lavoro) oppure cercare di realizzare i loro diritti a una pensione dignitosa. Le vere battaglie, quelle con la burocrazia, dovevano ancora avvenire. Il fronte di Lika, Otočac, Ramljani, Gospić, Medak, i pendii e le vette del Velebit, la Tempesta, tutto questo alla fine sembrava ad alcuni un gioco per quanto riguarda l’ottenere dei diritti dei veterani che legalmente appartenevano a loro. È difficile parlare dei problemi del trattamento del disturbo da stress post-traumatico, della risocializzazione e l'importo della pensione, non solo per chi si è ammalato, ma per tutti coloro che hanno sentito il "dolore" dello stress bellico perché i dati non sono disponibili, e per alcune persone questi problemi rimangono ancora irrisolvibili. La ricerca scientifica sulla storia di questa unità è stata significativamente limitata dall'indisponibilità di materiale archivistico classificato. Trent'anni passati dopo la formazione e gli eventi bellici non sono bastati come distanza storica per consentire ricerche più dettagliate, ma anche più oggettive. Cimeli di guerra (dichiarazioni e fotografie) dei suoi membri, che hanno il ruolo di narratori di vita quotidiana della guerra, fanno parte integrale del libro. ll problema maggiore nella ricerca è stato il materiale d'archivio, che per lo più non era disponibile, non solo a causa del breve intervallo di tempo della sua origine ma anche a causa della sua classificazione (segretezza) e soprattutto disordine, e in alcuni segmenti particolari, parzialità e perfino pregiudizi. Pertanto, dovevamo per forza utilizzare fonti secondarie, quotidiani, periodici, servizi televisivi, trasmissioni radiofoniche, fonti pubblicate (varie statistiche e rapporti di enti e istituzioni dello stato civile) e dichiarazioni di contemporanei, ma con costante consapevolezza sulla loro soggettività, disordine e anche inesattezza. Questo ha determinato l'ambito della ricerca e dell'interpretazione e ha richiesto un alto grado di criticità e un controllo multiplo. Documentazione e materiale d'archivio sono stati raccolti da varie fonti, dagli archivi dello stato e dagli archivi delle istituzioni statali (dal livello dello stato e contea, a città e comune) dagli archivi privati, archivi vari, diari, lettere e album fotografici. A causa dell'indisponibilità dei materiali, i fondi dell'Archivio militare centrale del Ministero della difesa della Repubblica di Croazia a Zagabria sono stati solo parzialmente esplorati. Il Museo storico e marittimo dell'Istria, il Club della 119a brigata dell'Esercito croato, gli archivi personali dei membri della 119a brigata sono stati la principale fonte di memorie, foto e video, e vorremmo cogliere questa occasione per ringraziarli, così come per dire grazie a tutti i membri dell'unità che ci hanno aiutato e hanno contribuito con i loro ricordi, documenti e fotografie a creare questa monografia.

La 119a brigata dell'Esercito Croato ; Guerra patriottica

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engleski

119th Cratian Army Brigade in the Homland War 1991- 1995

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119th Croatian Army Brigade ; Homland War

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Podaci o izdanju

Pula: Klub 119. brigade Hrvatske Vojske

2021.

978-953-49410-1-0

376

objavljeno

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