talijanski

La femminilità teriomorfa e altri elementi fantastici nei libretti di Silvio Benco per Antonio Smareglia

La collaborazione tra Smareglia e Benco, nella Trieste degli inizi del XX secolo, sfocia in tre opere liriche molto particolari e discusse sia all'epoca in cui esordirono nei teatri che ai giorni nostri quando se ne tenta una riproposta. I titoli in questione sono Falena del 1897, Oceàna del 1903 e Abisso del 1914. Si tratta del periodo dell'assoluto dominio del modello lirico pucciniano, subentrato dopo la felice stagione del verismo a cui Smareglia ha contribuito con le più fortunate Nozze istriane. Il wagnerismo del compositore, acquisito durante gli anni di conservatorio a Milano dai circoli attorno a Boito, incontra in Benco un giovane scrittore pronto a creare con lui la versione italiana del Wort-Ton-Drama. I libretti di Benco per Smareglia rappresentano una novità in quanto tutti e tre sono opere originali, non basate su altri testi letterari. Va rilevata, tuttavia, la presenza di vari influssi letterari e pittorici, e in particolare della letteratura inglese che Benco prediligeva. In alcuni, oltre al decadentismo dannunziano, si nota una forte eco della Scapigliatura, e soprattutto del dualismo boitiano. Dato che finora le ricerche più meritevoli sul tema dei libretti di Benco sono state effettuate da specialisti musicologi, il saggio si prefigge di analizzare i libretti (soprattutto La falena e Oceàna) a prescindere dal contributo musicale smaregliano, e di indagare le derivazioni culturali degli elementi fantastici, quali il dualismo tipicamente scapigliato che si traduce in costruzioni antitetiche nella creazione di personaggi e nella strutturazione delle trame, poi il riuso di elementi gotici e di quelli della leggenda, il rilievo delle connotazioni mostruose nella figura della femme fatale, nonché il connubio semantico fra l’amore e la follia.

Antonio Smareglia ; Silvio Benco ; Falena ; libretto ; fantastico

nije evidentirano