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Apprendimento integrato di lingua e contenuto nelle scuole croate. Un concetto sfocato

Anche se l’approccio metodologico CLIL (Content and Language Integrated Learning) comincia a imporsi nei lontani anni ’90, in Croazia non ci sono studi che valutano la sua presenza nell'insegnamento della lingua italiana. Eppure, l’argomento è di massima importanza dato che la politica linguistica della Repubblica della Croazia si allinea alle direttive europee del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento, insegnamento, valutazione (CoE, 2002) e alla Risoluzione del Consiglio Europeo del 1995 concernente il miglioramento della qualità e la diversificazione dell'apprendimento e dell'insegnamento delle lingue nell’ambito dei sistemi di istruzione dell’Unione europea (GU, C 207, 12/8/1995). L’unica ricerca che valuta l’atteggiamento verso lo studio della L2, non rivolto all’insegnamento delle strutture linguistiche ma alla volontà di veicolare contenuti nuovi e la cultura del paese straniero attraverso la comunicazione, interessa solo il territorio della Regione istriana (Scotti Jurić, Lazarić, in stampa). Abbiamo deciso di espandere la precedente indagine sul grado di conoscenza e l’uso della metodologia CLIL da parte degli insegnanti di italiano sull'intero territorio della Croazia (N=98). Per sondare le opinioni dei soggetti verranno utilizzate l’analisi descrittiva e della varianza e la correlazione di Pearson.

CLIL, Repubblica della Croazia, italiano L2, insegnanti

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